Imprese, banche e assicurazioni hanno un ruolo determinante nella transizione a un’economia a basse emissioni di carbonio e in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici. Di qui l’importanza dei nuovi orientamenti UE per le circa seimila società quotate obbligate a divulgare informazioni non finanziarie ai sensi della Direttiva 2014/95/EU.

L’esecutivo UE ha infatti pubblicato le nuove linee guida sulla comunicazione aziendale delle informazioni relative al clima, documento che mostra come e quando un investimento può considerato rispettoso dell’ambiente ed essere positivo per la lotta ai cambiamenti climatici. “L’emergenza climatica ci lascia senza altra scelta che passare a un modello economico neutrale dal punto di vista climatico” ha dichiarato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali. “Le nuove linee guida aiuteranno le aziende a rivelare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle loro attività e, viceversa, l’impatto delle loro attività sul clima e, quindi, a consentire agli investitori di prendere decisioni di investimento più consapevoli”. La pubblicazione del documento è avvenuta contestualmente all’accoglimento di tre nuove importanti relazioni del gruppo di esperti tecnici sulla finanza sostenibile.

La prima offre un sistema di classificazione per attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, identificando quelle a basse emissioni di carbonio come ad esempio il trasporto elettrico ma anche attività di transizione come la produzione di ferro e acciaio. La seconda relazione è focalizzata sul nuovo uno standard europeo per le obbligazioni ecologiche e raccomanda criteri chiari e comparabili per l’emissione di tali bond. Il terzo documento, invece, definisce la metodologia e i requisiti tecnici minimi per gli indici che consentiranno agli investitori di adottare una strategia di investimento consapevole del clima e affrontare il rischio di greenwashing.

I nuovi orientamenti non sono vincolanti e le società possono scegliere approcci alternativi nella fornitura di informazione relative all’impatto delle loro attività sull’ambiente. Il ruolo di banche e assicurazioni è fondamentale poiché, indica la Commissione “’diversamente dalle altre imprese, sono sia fornitori che utilizzatori di informazioni relative al clima e possono acuire i rischi legati al clima se, con i propri investimenti o le proprie politiche di sottoscrizione assicurativa, sostengono attività economiche che contribuiscono ai cambiamenti climatici attraverso le emissioni di gas a effetto serra, comprese quelle risultanti dalla deforestazione e dal degrado forestale o dai cambiamenti d’uso del suolo”.