Trasparenti le prestazioni assicurative. Ma il rendimento lordo della gestione separata fatica a tenere il passo dell’inflazione

di Fausto Tenini e Alessandro Lazzari* (*Assinews)

Nell’ambito del mondo molto vasto dei prodotti a bassa volatilità, e con prevalenza di natura assicurativa, il focus in questa occasione riguarda il prodotto Reale Mutua Opportunità Reale Special.
Si tratta di una polizza di Ramo I, ovvero una polizza con contenuto prevalente assicurativo e legato ai rendimenti di una gestione separata della compagnia assicuratrice (la gestione Reale Due, in questo caso). Per quanto riguarda la componente assicurativa, il contratto soddisfa le esigenze di investimento del contraente attraverso il versamento di un premio unico, che al netto delle spese si rivaluterà nel tempo con le modalità indicate nel regolamento del fondo Reale Due. Opportunità Reale Special è adatta a coloro che presentano una bassa propensione al rischio e prediligono la conservazione o una modesta crescita nel tempo del capitale investito. La compagnia garantisce la corresponsione di un capitale sia in caso di vita dell’assicurato a scadenza sia in caso di suo decesso nel corso della durata contrattuale e trattiene dal premio versato le spese relative alla acquisizione e alla gestione del contratto, che non concorrono pertanto alla formazione del capitale pagato alla scadenza-.

E’ consentito effettuare versamenti aggiuntivi e riscatti parziali o totali trascorso un anno dalla decorrenza del contratto, e la durata oscilla tra 10 e 30 anni; si ha però un forte abbattimento dei costi solo dal quinto anno in avanti dopo la sottoscrizione del contratto.
Come evidenziato nel Kid, il costo annuo complessivo si avvicina infatti all’1,5% superati i cinque anni, per portarsi verso l’1% annuo dopo il decimo anno.
L’assenza di un rendimento minimo garantito non deve stupire. Anche l’industria assicurativa negli ultimi anni ha dovuto necessariamente adeguarsi ai rendimenti di mercato eccezionalmente compressi generati dalle politiche monetarie e dal quantitative easing delle banche centrali. A dieci anni dall’investimento iniziale viene così stimato nel Kid un rendimento medio annuo prossimo allo zero nel caso più avverso (crollo dei mercati), mentre lo scenario centrale segnala un rendimento atteso annuo, già depurato dai costi che vanno a diminuire il rendimento della gestione separata, di poco superiore all’1,1% annuo. D’altronde i rendimenti da quando è nata la gestione Reale Due (2016) si sono collocati stabilmente sotto l’1%, offrendo un segnale di debolezza rispetto a quanto offerto da altre gestioni separate (anche della stessa compagnia).
Ad esempio la Gestione separata Valuta Reale ha restituito nell’ultimo anno il 4,04% annuo lordo, con un patrimonio di oltre 600 milioni di euro rispetto a quello più contenuto di 33,7 milioni di euro della Gestione Reale Due. Va però evidenziato che i rendimenti dei primi anni della Reale Due sono risultati contenuti per via della scelta della società di cavalcare il tema del rialzo dei rendimenti di mercato, ma negli anni a venire il ritorno atteso della gestione dovrebbe salire di pari passo con il patrimonio (stimato a fine 2019 attorno ai 100 milioni). La stabilità dei rendimenti deriva da due elementi chiave, riassumibili nel portafoglio sottostante principalmente allocato su obbligazioni in euro e nel metodo di contabilizzazione dei prodotti del Ramo I. La gestione separata è infatti un fondo creato dalla compagnia assicurativa dove confluiscono i premi versati dai contraenti al netto dei caricamenti, e il patrimonio è valorizzato secondo il criterio del costo storico, ovvero non a prezzi di mercato, che permette di evitare i saliscendi tipici dei prodotti che utilizzano il criterio mark to market.
Il portafoglio della gestione separata indicata a fine 2018 era allocato per il 50% circa in Btp, seguiti dal 26% circa di altri titoli di Stato denominati in euro e 23% circa in altre obbligazioni (presumibilmente corporate) in divisa comunitaria, con quote di Oicr poco sopra lo zero. Infine, è apprezzata la garanzia del capitale e l’esenzione dall’imposta di bollo, come l’imposta sul capital gain al 12,5% per buona parte del portafoglio. (riproduzione riservata)

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