Osservatorio permanente sugli investimenti assicurativi

Tra i prodotti a bassa componente di rischio si guarda in questa occasione alla polizza Bpm Sempre Vera, distribuita da Banco Bpm e gestita dalla compagna Vera Vita. Si tratta di un contratto di assicurazione sulla vita in forma mista, a premio unico e versamenti aggiuntivi, collegato alla gestione separata Vera Stabilità. Per quanto riguarda le prestazioni assicurative, Bpm Sempre Vera prevede la garanzia di restituzione dell’importo investito solo alla scadenza o in caso di riscatto totale al 5°, 10° o 15° anniversario della decorrenza, nonchè in caso di decesso dell’assicurato.
Il brand Poste Italiane è da sempre sinonimo di sicurezza, in quanto controllata dallo Stato italiano e meno influenzata dalle problematiche tipiche degli emittenti finanziari privati. In effetti oggi il 35% delle azioni è in mano alla Cassa Depositi e Prestiti, a fianco del Ministero dell’Economia al 29,3%, mentre il resto è sul mercato. Forte di questo posizionamento e di un impareggiabile radicamento sul territorio (quasi 13 mila uffici in Italia con 34 milioni di clienti) Poste Italiane propone anche strumenti assicurativi e finanziari, focalizzandoci in questa occasione sulla polizza Poste Multi Scelta. Una soluzione assicurativa a vita intera di tipo misto, ovvero imputabile sia al ramo I sia al ramo III vita.
Non bastava lo spread. Anche i bassi tassi d’interesse, con i titoli governativi tedeschi a 10 anni in territorio negativo (-0,26%), stanno facendo preoccupare le assicurazioni italiane. I dati a giugno non sono ancora disponibili visto che la prossima fotografia aggiornata verrà scattata con i bilanci semestrali che saranno diffusi in estate, ma tutto il settore è concorde sul fatto che nei primi sei mesi del 2019 c’è stato un ulteriore peggioramento della solvibilità rispetto a fine 2018. Già i numeri diffusi dalle imprese sul primo trimestre avevano fatto emergere il fenomeno.
Nel mercato delle polizze vita sono partite le grandi manovre per dare più trasparenza e mettere ordine nei documenti informativi. Per anni note voluminose e informazioni troppo tecniche hanno reso questi strumenti ai occhi dei sottoscrittori. Ma le nuove norme europee, in vigore dal 2018, e quelle italiane, partite a inizio 2019, puntano a creare una nuova relazione di fiducia con i risparmiatori. Grazie ai nuovi documenti informativi numerosi dati diventano evidenti. A partire dagli scenari di performance contenuti nei Kid (Key Information Document), che riportano una stima (al netto dei costi) di quanto il sottoscrittore può ottenere dopo un certo numero di anni dalla polizza, sulla base della somma investita e di diversi scenari di mercato. C’è anche un maggior dettaglio dei costi. Per esempio, è possibile scoprire quanta parte delle commissioni viene retrocessa ai collocatori. Come emerge dall’analisi di MF-Milano Finanza, che ha analizzato le polizze delle maggiori compagnie, alcune società danno un’indicazione più precisa sulle retrocessioni effettuate, indicando nel dettaglio quanta parte dei costi del premio serve a retribuire gli intermediari e quanta le commissioni di gestione.

 

Rifugio in caso di Italexit o di tassa patrimoniale, le cassette di sicurezza custodiscono oro, gioielli e contanti. In Svizzera sono protette da bunker sotto le montagne. In Italia il Tesoro può aprirle per decreto. Ogni cassetta è coperta da una polizza assicurativa standard compresa nel costo del noleggio, che però copre fino a 5mila euro. Se il contenuto della cassetta è molto superiore, conviene stipulare un contratto privato con massimali adeguati. In quel caso, però, la polizza va segnalata alla banca che la registra nel fascicolo del cliente.

La lunga attesa è finita. Ieri è stato ufficialmente inaugurato l’Allianz Cloud, palazzetto milanese nato sulle ceneri del vecchio Palalido, che doveva essere già pronto nel 2011, ma che vede la luce otto anni dopo causa lungaggini burocratiche e fallimenti di imprese di costruzioni.
A fare gli onori di casa, il direttore della Gazzetta dello sport Andrea Monti, insieme con il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente del Coni Giovanni Malagò. L’astronave, costata quasi 18 milioni di euro, potrà ospitare 5.318 spettatori, con una sponsorizzazione principale da parte di Allianz, che verserà circa 1,8 milioni di euro complessivi per una partnership quinquennale.
«Le società di risparmio gestito sono diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie, che a volte vengono percepite più come un rischio»: così il numero uno di Allianz in Italia, Giacomo Campora, ha commentato uno dei passaggi del discorso del presidente della Consob, Paolo Savona, ai mercati. Quest’ultimo ha mosso una critica alle sgr che continuano a percepire come minacce o rischi alcune innovazioni tecnologiche come blockchain e intelligenza artificiale. A questo proposito, cercando di cogliere il punto di vista dell’ex ministro, Campora ha detto che «è un angolo da cui si possono guardare le cose. Certamente chi presiede un’autorità deve dare degli stimoli e, di conseguenza, le sue parole possono anche essere lette come una critica dal taglio costruttivo». Dopotutto, ha osservato Campora, «l’innovazione è molto forte in finanza e non sempre è buona».
L’accelerated bookbuilding, con il quale a metà maggio Unicredit aveva venduto il 17% di Fineco, trasformando di fatto la banca diretta multicanale in una public company, non modifica il modo con il quale i vertici dell’istituto continueranno a gestirla in futuro. «Non c’è alcuna differenza sostanziale rispetto a prima, anche perché, di fatto, abbiamo sempre operato con quel tipo di spirito», ha assicurato l’a.d. Alessandro Foti.
La mediazione civile continua, nonostante tutto, a mostrare un trend positivo. Infatti, si è passati da 166.989 casi nell’anno 2017, a 151.923 per l’anno 2018 (dati Ministero della giustizia). Nonostante gli evidenti buoni risultati però, preoccupano i tributaristi alcune affermazioni del ministro alla giustizia Alfonso Bonafede quando pone l’accento sulla previsione dell’alternatività della mediazione e della negoziazione assistita. Secondo il ministro ci sono settori dove la mediazione sembra non dare riscontri come pure ci sono settori dove la negoziazione obbligatoria non funziona e crea frustrazione nei cittadini che attendono tempi senza alcuna attività (come nell’ipotesi dei sinistri stradali). Per queste ipotesi dunque sembra profilarsi, da un lato, l’eliminazione dell’obbligatorietà della negoziazione assistita e, per le altre materie dove la mediazione non funziona (e dalle statistiche sembrano quelle bancarie e assicurative), consentire all’avvocato la scelta tra i due strumenti (che certamente non sono equivalenti dal punto di vista tecnico e dei risultati.

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  • La svolta della Bayer 5 miliardi investiti nei nuovi diserbanti
Cinque miliardi di dollari in dieci anni per lo sviluppo di diserbanti alternativi. Bayer corre ai ripari: mentre lo scandalo Roundup, ereditato con l’acquisizione di Monsanto, non le dà tregua, il colosso tedesco prova a voltare pagina e recuperare la reputazione gravemente danneggiata. Pur ammettendo che il glifosato continuerà a giocare un ruolo importante nel suo portafoglio prodotti, Bayer si impegna a ricercare e sviluppare anche prodotti alternativi per offrire maggiore scelta ai consumatori. Ma anche a ridurre il proprio impatto ambientale del 30% entro il 2030 con nuove tecnologie e soprattutto a essere più trasparente sulla sicurezza dei suoi prodotti. Roundup, il diserbante di punta di Monsanto è oggetto negli Usa di molte battaglie in tribunale.

  • Meno BTp, più fondi Così gli italiani finanziano l’estero
Il risparmio degli italiani resta uno degli asset principali del paese e può contare su attività finanziarie (depositi, titoli, azioni) delle famiglie per 4.218 miliardi di euro (22,6% in forma monetaria) su un totale di 16mila miliardi di euro complessivi del paese, pari a 10 volte il Pil a fine 2018. Un asset cruciale secondo il presidente della Consob, Paolo Savona parlando di fronte alla comunità finanziaria. Come? Attraverso un flusso di risparmio, ha aggiunto il numero uno dell’autorità di Borsa, che negli anni è defluito all’estero, «ponendosi al servizio dello sviluppo altrui». A fine 2018 il peso dei titoli nella ricchezza finanziaria degli italiani era al 5,9%, dice la Consob, contro il 30% del 1990 calcolato da Banca d’Italia. In termini assoluti i BoT, BTp CcT nei portafogli delle famiglie (pari a 121 miliardi a fine 2017) sono un terzo di vent’anni fa, quando avevano raggiunto il picco di 363 miliardi.
  • Le voci su Gam Holding dopo l’ingresso di Soros Generali si tira fuori
Tornano a circolare i rumors su potenziali acquirenti per la società di gestione patrimoniale elvetica, Gam Holding. Il dossier sarebbe stato presentato ad alcuni gruppi europei: le indiscrezioni sono riprese anche alla luce all’ingresso di Sfm Uk Management, una sussidiaria del Soros Fund Management, che ha acquisito una quota pari al 3% del capitale di Gam Holding nelle passate settimane. Il dossier sarebbe stato ricevuto da alcune assicurazioni e asset manager europei. Tra i nomi che sono circolati negli ultimi giorni c’è anche quello di Assicurazioni Generali: fonti vicine al gruppo di Trieste smentiscono tuttavia un interesse per la società elvetica. Secondo alcune ricostruzioni, Generali potrebbe infatti aver soltanto valutato (con advisor Mediobanca) il dossier che gli sarebbe stato presentato, ma alla fine avrebbe deciso di non prenderlo in considerazione. Come è sua consuetudine, la compagnia italiana valuta infatti ogni tipo di opportunità in Europa (sta anche guardando agli asset assicurativi di Apollo, Seguradoras Unidas, in Portogallo), ma nel caso di Gam Holding non sarebbe nemmeno stata avviata una discussione preliminare.

  • La sostenibilità nel futuro dei fondi pensione
Si rafforza sempre di più il legame tra investimenti sostenibili e fondi pensione e gli iscritti si chiedono quando si vedranno gli effetti sul rendimento dei portafogli e anche quali rischi potrebbe comportare. La direttiva europea Iorp II, che regola buona parte della previdenza complementare, ha segnato una strada obbligata: «I fattori ambientali, sociali e di governo societario (cosiddetti fattori Esg) rappresentano declinazione dei principi di investimento responsabile ampiamente promossi in ambito internazionale e si configurano come particolarmente significativi per la politica di investimento e i sistemi di gestione del rischio delle forme pensionistiche complementari, anche considerando la loro valenza di investitori istituzionali». Inoltre «i fondi pensione negoziali e preesistenti devono disporre di un sistema di governo idoneo ad assicurare la sana e prudente gestione dei rischi che gravano sul fondo pensione, inclusi i rischi Esg». Lo stesso presidente della Covip, l’Authority dei fondi previdenziali, Mario Padula, nella sua relazione di questa settimana ha ricordato come sia diventato obbligatorio per i fondi pensione italiani investire secondo fattori Esg. Percepito come valore economico, il rischio Esg entra a pieno titolo tra quelli che caratterizzano gli investimenti nel lungo periodo. A tal punto che Eiopa, l’Authority europea che controlla fondi pensione e assicurazioni, ha incluso negli stress test 2019 l’indagine sull’esposizione a tali rischi. Proprio su questo, entro mercoledì, i fondi pensione dovranno comunicare a Covip i dati e le informazioni per gli stress test.
  • Previdenza dei professionisti gestita senza regole
Il regolamento che non c’è . Come l’isola di Eduardo Bennato. È dal luglio 2011, Governo Berlusconi IV, che le Casse di previdenza attendono un sistema di regole per gli investimenti. Otto anni. Nel decreto 98 del 2011 veniva affidato a Covip, authority di vigilanza dei fondi pensione, il compito di monitoraggio e di ispezione (non di sanzione) degli enti di previdenza dei professionisti. Una platea, oggi, di 2 milioni di iscritti e 85 miliardi di euro di attivi. Quel decreto arrivava dopo una serie di scandali sugli investimenti delle Casse, fatti emergere anche dal lavoro della Commissione bicamerale di vigilanza presieduta da Giorgio Jannone
  • Covip, un’Authority che non può sanzionare chi sbaglia
 Una settimana calda per Mario Padula, il presidente della Covip, l’authority di vigilanza di fondi pensione e Casse. Mercoledì, in occasione della relazione sul sistema della previdenza complementare e di quella dei professionisti, Padula ha chiesto il via libera, atteso da otto anni, del regolamento per gli investimenti delle Casse di previdenza italiane «unici investitori istituzionali affrancati da una regolamentazione unitaria in materia». Il regolamento è interministeriale e sono coinvolti sia il ministero dell’Economia sia il ministero del Lavoro. Qui vogliamo scandagliare invece i poteri dell’authority della previdenza. Che almeno per le Casse sono monchi. Il decreto 98/2011, che prevedeva l’emanazione del regolamento per gli investimenti, arrivava dopo una serie di scandali che coinvolsero alcuni enti dei professionisti sul versante derivati e obbligazioni strutturate (vedi intervista in pagina a fianco e articolo in pagina 4). E quel provvedimento individuò nella Covip le competenze per monitorare gli investimenti degli enti dei professionisti. Peccato che il decreto 98/2011 non dotò l’authority di poteri sanzionatori ma soltanto di monitoraggio e di ispezione.
  • Piattaforma targata Cdp per i fondi pensione
Non solo Casse. I fondi pensione italiani (secondo pilastro) hanno in cantiere tre progetti per investire in asset illiquidi e uno di questi ha come protagonista Cassa depositi e prestiti (Cdp). «Dopo il via libera della Covip sulla possibilità di investire in asset illiquidi, i fondi pensione hanno avviato una serie di iniziative importanti», ricorda Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione, l’associazione dei fondi pensione negoziali. Il progetto Iride è quello che è andato più avanti: Foncer, Fondenergia, Fondo Gomma Plastica, Pegaso e Previmoda stanno selezionando un gestore di fondi alternativi specializzato in private equity, cui affidare la gestione di parte delle risorse finanziarie di ciascuno di loro. «In parallelo – ricorda Maggi – vi sono altri quattro fondi pensione, aderenti ad Assofondipensione, che si stanno muovendo sulla stessa scia. Sono in particolare i fondi Concreto, Arco, Previambiente e Prevedi. Dovranno scegliere un advisor, decidere se dare un mandato di gestione o fare un investimento diretto, e poi partiranno anche loro».
  • Sanità, 14 milioni hanno la polizza
La salute incide sempre di più sui bilanci delle famiglie. E forse non è un caso che in molti tengano parcheggiata la propria liquidità sul conto corrente in caso di “ imprevisti”, anche di tipo sanitario. Del resto «nel 2019, quasi un italiano su due (il 44% della popolazione), a prescindere dal proprio reddito, si è “rassegnato” a pagare personalmente di tasca propria una prestazione sanitaria senza neanche provare a prenotarla attraverso il Ssn». A dirlo è Marco Vecchietti, ad e dg di Rbm Assicurazione Salute, commentando i risultati del IX Rapporto Rbm-Censis, realizzato su un campione di 10mila italiani e presentato il 13 giugno a Roma, in occasione del «Welfare Day 2019». I dati parlano chiaro: considerando i consulti specialistici, su 100 tentativi di prenotazione nel Servizio Sanitario di visite ginecologiche sono 51,7 quelli che transitano nella sanità a pagamento, 45,7 le visite oculistiche, 38,2 quelle dermatologiche e 37,5 le visite ortopediche. E del resto le liste d’attesa sono ormai insostenibili in particolare per le patologie più gravi: 128 giorni medi di attesa per una visita endocrinologica, 114 per una visita diabetologica, 65 per una visita oncologica.
  • Franzi de Luca riconfermato alla guida dei broker che crescono
Luca Franzi de Luca è stato confermato alla carica di presidente Aiba (Associazione Italiana Broker di Assicurazioni e Riassicurazioni), per il prossimo triennio. L’associazione che rappresenta l’80% della categoria ha reso noto anche che la quota di mercato dei broker, riferita alla raccolta premi delle compagnie italiane ed estere, è salita nel 2018 all’11,0% (10,6% nel 2017). Nei soli rami Danni il volume dei premi gestiti dai broker è stato di circa 14,3 miliardi di euro (13,4 miliardi nel 2017), per una quota di mercato intermediata dalla categoria, riferita alla raccolta premi delle imprese italiane ed estere, pari al 37,8%, in aumento proporzionato all’incremento della produzione Danni rami elementari.
  • Ingosstrakh assicura il Padiglione Russia
Per la prima volta il Padiglione Russia alla 58ª Biennale di Venezia è curato da un’istituzione: l’Hermitage di San Pietroburgo. Partner e sponsor non solo della mostra «Lc. 15: 11-32», ma assicuratore del museo è la compagnia russa Ingosstrakh, controllata al 38,5% dal Gruppo Generali. Poco conosciuta fuori dai confini nazionali, Ingosstrakh è tra gli “assicuratori” leader nel mercato russo con una quota intorno al 10%, al terzo posto dopo Rosgosstrakh e Sogaz. È soprattutto una compagnia danni, ma tra le sue attività vi è anche il segmento fine art. «La decisione di essere partner del Padiglione – spiega Mikhail Volkov, ceo della compagnia, – non è limitata alla promozione dell’offerta fine art alla clientela italiana, ma ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per i collezionisti e gli appassionati d’arte russi che visiteranno il Padiglione nei prossimi mesi». In sostanza non vogliono in primis sviluppare il mercato del fine art in Italia, ma guadagnare quote di mercato in Russia, che oggi è stimato pari a 10 milioni di euro, una cifra non particolarmente significativa: a dividersela sono due operatori, Ingosstrakh ha una quota del 35% e un volume d’affari di circa 3 milioni di euro. In media, Ingosstrakh assicura oltre 400 progetti espositivi all’anno. «In Russia lavoriamo con i principali musei, l’Hermitage di San Pietroburgo e il museo Pushkin di Mosca, qui a Venezia oltre al Padiglione siamo sponsor della mostra di Gely Korzhev (1925-2012) «Back to Venice» realizzata grazie all’azione congiunta tra Galleria Tret’jakov di Mosca, the Institute of Russian Realist Art e il Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) di Ca’ Foscari» conclude il ceo.