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Tecnologia e verde. Sono i due perni del piano a medio termine del gruppo Crédit Agricole, presentato ieri a Parigi. Quanto al primo pilastro, la banca guidata da Philippe Brassac investirà 15 miliardi di euro in quattro anni sulla trasformazione digitale per migliorare l’efficienza e con un’attenzione particolare ai nuovi sistemi di pagamento. L’obiettivo al 2022 è conquistare un milione di clienti e aumentare del 20% il numero di utenti dei servizi digitali. Quanto al secondo pilastro, la banque verte, già primo arranger di green bond al mondo, conta di raddoppiare il portafoglio di «prestiti verdi» a 13 miliardi di euro e si impegna a troncare le relazioni di clientela con le aziende in cui il carbone rappresenta più del 25% delle attività (eccezion fatta per quelle che abbiano presentato entro il 2021 un piano di chiusura degli impianti a carbone). Il piano si basa su un’ipotesi di rialzo del costo del rischio di 40 punti base (contro i 23 punti del 2018) e su uno scenario macroeconomico di crescita debole, inflazione moderata e aumento dei tassi progressivo ma modesto.
Assolombarda: ad aprile gli accordi di questo tipo depositati al Lavoro hanno raggiunto il 52%
Negli ultimi anni il sistema di welfare pubblico in Italia si è progressivamente indebolito, in parte per fattori economici, in parte perché i bisogni delle persone sono cambiati. Una risposta al problema è stata fornita dal contemporaneo diffondersi del welfare aziendale, un trend che l’ultimo rapporto annuale dell’Osservatorio di Assolombarda conferma in co-stante crescita.
Le offerte e i servizi per chi assiste i familiari malati
In un contesto economico e sociale in cui le risposte tradizionali ai bisogni di welfare dei cittadini non bastano più, diventa quanto mai necessario investire su nuovi strumenti come la condivisione e la compartecipazione. Da questa premessa è nato, nel 2016. il concorso Welfare Together di Reale Mutua, realizzato in collaborazione con la società del terzo settore VITA, che ha l’obiettivo di finanziare e supportare lo sviluppo di nuove imprese che offrono soluzioni per il mondo della non autosufficienza.
Aviva, la più grande compagnia assicurativa del Regno Unito con circa 33 milioni di clienti, si prepara a un netto ridimensionamento del proprio organico, in quello che può essere interpretato come un segnale negativo per l’intero comparto delle polizze. Il gruppo, che oggi conta oltre 30 mila dipendenti a livello globale, ha annunciato che nei prossimi tre anni taglierà 1.800 posti di lavoro, circa il 6% del totale, nel tentativo di abbattere i costi di 300 milioni di sterline entro il 2022. Non è ancora chiaro dove si concentreranno maggiormente i licenziamenti, ma l’azienda ha tenuto a precisare che, anche al fine di ripartire equamente l’impatto della manovra, tutte le filiali saranno in qualche misura interessate. Un comunicato, in particolare, ha specificato che il gruppo si impegnerà a ridurre i tagli al minimo, sfruttando ove possibile i licenziamenti volontari o il turnover naturale, e che ha già avviato i contatti con i rappresentanti dei lavoratori e con il sindacato Unite per lavorare su proposte specifiche.

Crédit Agricole ha alzato il velo sul nuovo piano di medio termine al 2022, che comprende misure per semplificare la struttura patrimoniale del gruppo e che ha come obiettivo principale una crescita dei profitti superiore al 3% all’anno nel periodo di riferimento. La banca francese stima un rote (return on tangible equity), misura chiave della redditività, superiore all’11%, con l’utile netto che dovrebbe migliorare di oltre tre punti percentuali all’anno sopra i 5 miliardi di euro alla fine del piano. L’istituto transalpino punta inoltre a un cost income inferiore al 60% e a un Core Tier 1 dell’11%. La Banque Verte promuoverà anche la semplificazione della struttura patrimoniale a livello delle banche regionali: la mossa avrà un impatto positivo sull’utile per azione. Il gruppo si è poi impegnato a investire 15 miliardi di euro nella trasformazione tecnologica. Crédit Agricole ha raggiunto in anticipo la maggior parte degli obiettivi del piano a medio termine presentato nel 2016.
Circa 46 mila dipendenti pubblici, che andranno in pensione nel 2019 con Quota 100, rischiano di percepire il trattamento di fine servizio addirittura 6 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro. È la denuncia della segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti che lamenta la mancata emanazione del decreto ministeriale che, come previsto dal dl 4/2019, consentirà ai pensionati di accedere a un anticipo finanziario in attesa della liquidazione.
Illegittima la trasformazione delle indennità dei dirigenti in assegni personali pensionabili dopo la cessazione dell’incarico, prevista da una serie di leggi della provincia autonoma di Bolzano. La Corte costituzionale, con la sentenza 6 giugno 2019, n. 138 conferma per l’ennesima volta la non conformità a Costituzione di norme regionali, anche di regioni autonome, volte a regolare le pensioni e il trattamento economico al di fuori dei vincoli posti dalla Costituzione e dalle restanti regole ordinamentali. È stata la Corte dei conti, sezioni riunite per la regione autonoma Trentino-Alto Adige, a sollevare in via incidentale, in sede di parificazione dei conti della regione, la questione di legittimità costituzionale.

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  • L’Agricole accelera in Italia. «Ricavi a 3,8 miliardi nel 2022»
Dopo aver corso molto negli ultimi tre anni, solo in Italia ha acquisito Pioneer, ovvero il risparmio gestito che era di Unicredit, le casse di risparmio di Cesena, Rimini e San Miniato e il 5 per cento del Credito Valtellinese, investendo complessivamente oltre 4 miliardi di euro, il gruppo Crédit Agricole guarda al futuro con cautela, senza rinunciare a un ruolo da leader. «Abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo fissati con un anno di anticipo — ha detto l’amministratore delegato Philippe Brassac, presentando il nuovo piano industriale —. Il 2018 si è chiuso con 4,4 miliardi di utile netto, contro i 4,2 previsti: numeri che ci rendono tra i primissimi gruppi bancari in Europa e tra i primi dieci al mondo». Dopo la grande corsa, che ha portato l’Agricole ad essere leader in Europa nella gestione del risparmio e nella banca assicurazione, oggi il gruppo punta a declinare la parola del momento, sostenibilità, in un’ottica di condivisione. Nella visione francese, la tecnologia sarà sempre più pervasiva. Lo sviluppo digitale, in arco di piano, utilizzerà 15 miliardi di investimenti (+13%) per offrire una piena fruizione dei servizi in mobilità e l’innovazione si realizzerà anche moltiplicando i cosiddetti Village, come quello già aperto a Milano.

  • Generali. Rimborsa in anticipo  bond da 50 milioni
Generali eserciterà il prossimo 15 luglio l’opzione di rimborso anticipato su titoli di debito perpetuo subordinato del valore di 50 milioni di euro. Si tratta di Perpetual Fixed-Floating Rate Notes emessi il 15 luglio 2009 con una cedola del 9% e un prezzo di rimborso del 100%.
  • Crédit Agricole, piano da 15 miliardi per investimenti tech
Crédit Agricole mette in cantiere un piano di investimenti da 15 miliardi di euro entro il 2022 per sostenere la trasformazione tecnologica del gruppo. Inoltre Agricole punta a un obiettivo di utile netto di 5 miliardi di euro, un Rote (Return on tangibile equity) superiore all’11% e un Cet1 dell’11% per Credit Agricole Sa e di oltre il 16% per il gruppo Crédit Agricole, livello che lo pone nella fascia alta dei big europei. Sono queste le principali novità del piano industriale al 2022 presentato ieri dai vertici del Crédit Agricole, decimo gruppo bancario al mondo, nel quartier generale di Montrouge a Parigi. Il piano prevede di agire su tre leve principali: oltre ai 15 miliardi di investimenti in tecnologia («ma non lasceremo i clienti in balia dei soli algoritmi, ci sarà sempre un interlocutore all’interno della banca», hanno spiegato i vertici della banca), il gruppo punta anche sulla crescita in tutti i mercati con l’obiettivo di essere tra i primi nell’acquisizione di nuovi clienti, e sulle sinergie di ricavi da 10 miliardi da raggiungere nel 2022. Il piano, che necessariamente parte stand alone, non esclude aggregazioni o partnership in singole linee di business

Il settore assicurativo è diviso sulla scelta del prossimo presidente della Fédération française de l’assurance, la cui elezione avverrà il 18 giugno. Lo statuto prevede che i tre vice presidenti da diversi gruppi (società per azioni, mutue e bancassicuratori) formulino una proposta unanime. Tra le compagnie e le mutue non c’è unanimità sulla rielezione di Bernard Spitz per altri 3 anni. Spitz sarebbe invece sostenuto in blocco dalla bancassurance.