Conduttori di mezzi pesanti e camion, facchini, muratori, operatori ecologici, allevatori e agricoltori, per gli uomini; infermiere, commesse delle vendite al minuto, addette ai servizi di pulizia di uffici ed esercizi commerciali e addette all’assistenza personale, per le donne: sono queste le professioni che presentano il più elevato numero di infortuni in valore assoluto sui luoghi di lavoro tenendo conto della distinzione di genere.

È quanto risulta dall’analisi dei dati statistici degli infortuni sul lavoro accertati positivamente dall’Inail, utilizzando come criterio di estrazione il livello di dettaglio dell’unità professionale nella classificazione delle professioni Istat (CP 2011) della Banca dati statistica sulle professioni.

Nel triennio 2015-2017, i primi in graduatoria sono stati i conduttori di mezzi pesanti e camion con oltre 34mila infortuni definiti positivamente (il 98% per la componente maschile), dei quali il 4,5% in itinere; 191 i casi mortali registrati nel triennio esaminato (7,3% in itinere).

Questi lavoratori fanno parte della più ampia classe professionale “7.4 – Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento” che comprende autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni, autobus, tram e filobus ma anche conduttori di macchinari per il movimento terra, gru e di apparecchi di sollevamento, carrelli elevatori, convogli ferroviari, trattori agricoli, ecc.

Nel triennio 2015-2017, questa classe professionale ha registrato per la componente maschile circa 70mila infortuni accertati positivamente e quasi 300 casi mortali, di cui, rispettivamente, quasi la metà e circa i due terzi hanno coinvolto proprio i conduttori di mezzi pesanti e camion.

Considerando tutte le unità professionali presenti nelle gestioni assicurative Agricoltura, Industria e servizi e Dipendenti del conto Stato, un caso su venti per gli infortuni in complesso e un caso su dieci per gli eventi mortali, coinvolge, per gli uomini, proprio i conduttori di mezzi pesanti e camion che rappresentano quindi la categoria più colpita, caratterizzata spesso da turni di lavoro pesanti, con molte ore del giorno e della notte al volante e, a volte, in presenza di condizioni metereologiche avverse.

Contusioni (32,9%), lussazioni (29,7%) e fratture (21,5% sono le principali nature delle lesioni; mano (13,3%), colonna vertebrale (12,3%) e caviglia (10,2%) le principali sedi del corpo coinvolte. Circa la metà degli infortuni riguarda i lavoratori della classe 35-49 anni, seguita da quella 50-64 anni (39,2%). Il 40,6% degli infortuni in complesso si verifica in tre regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Percentuale che sale al 44% per gli eventi mortali.

Tra le donne, sono le infermiere, o meglio le addette alle professioni sanitarie infermieristiche a contare il maggior numero di infortuni: nel triennio 2015-2017 si sono registrati in totale per questa categoria circa 30mila infortuni definiti positivamente (il 75% dei 40mila totali), dei quali il 19,0% in itinere e due casi mortali. Lussazioni, contusioni, e fratture sono anche per questa categoria le principali nature delle lesioni, con percentuali, rispettivamente, del 40,7%, 32,0% e 13,3%. Un quinto degli infortuni coinvolge la colonna vertebrale, seguita dalla mano (15,3%) e ginocchio (10,6%).

Fonte: DATI INAIL