Il primo trimestre del 2019 si è concluso in modo molto positivo per i fondi pensione italiani, che in media hanno ampiamente recuperato le perdite subite negli ultimi difficili tre mesi dello scorso anno: gli aperti (Fpa) si sono apprezzati del 3,9% (in base all’indice Depobank Generale) e i negoziali (Fpn) del 3,6% (secondo l’indice Depobank-MondoInstitutional Generale), a fronte di cali rispettivamente del 3,4% e del 2,7% conseguiti nel quarto trimestre del 2018.

A marzo, in particolare, i fondi aperti hanno guadagnato lo 0,9% e i fondi negoziali l’1,0%, grazie all’atteggiamento decisamente più espansivo assunto dalle principali Banche Centrali: sia la Federal Reserve che la Bce, infatti, hanno prospettato tassi ufficiali fermi per tutto il 2019 e l’Istituto di Francoforte ha annunciato anche una nuova serie di aste T-ltro a partire da settembre. Ciò ha spinto al rialzo le borse e, insieme al calo dell’inflazione core (quella al netto delle componenti più volatili), ha causato una decisa flessione dei tassi a lungo internazionali (con il rendimento del Bund decennale sceso addirittura su valori negativi) e quindi un sensibile apprezzamento dei mercati obbligazionari. I fondi pensione hanno inoltre tratto vantaggio dall’apprezzamento del dollaro, seguente ad un differenziale di crescita economica tra Stati Uniti e Area Euro che gli indicatori congiunturali hanno mostrato essere in miglioramento a favore dei primi. Le tipologie di fondi che nell’ultimo mese hanno realizzato le performance più sostenute sono state quelle Bilanciate (+1,0% per gli Aperti e +1,4% per i Negoziali) e Bilanciate Azionarie (+1,6% e +1,3%), mentre nel trimestre si sono distinte, oltre alle Bilanciate Azionarie (+7,6% e +6,1%), quelle Azionarie (+7,3% e +7,6%). Ampliando l’orizzonte dell’analisi, i fondi pensione hanno prodotto risultati più che soddisfacenti e crescenti all’aumentare del rischio assunto. Il rendimento medio è stato del 3,8% per gli aperti e del 4,2% per i negoziali negli ultimi dieci anni e del 2,3% per i gli aperti e del 2,9% per i negoziali negli ultimi cinque. In tutti i casi, i guadagni maggiori sono stati messi a segno dagli Azionari, con performance medie annue tra il 2009 ed il 2019 del 7,0% per gli Aperti e dell’8,3% per i Negoziali. Peccato solo che questa forma di investimento non sia molto diffusa tra gli italiani e in particolare in quella popolazione giovane che ha di fronte orizzonti temporali sufficientemente lunghi per permettersi di sopportare una maggiore volatilità dei mercati.

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