Nell’ultimo anno la corsa della crescita della ricchezza finanziaria personale globale ha rallentato, questo secondo il nuovo rapporto di Boston Consulting Group (BCG), Global Wealth 2019: Reigniting Radical Growth. Un elemento che pone i gestori patrimoniali davanti alla necessità di reinventare i propri modelli di business per avere successo in un mercato sempre più competitivo, dove nuovi attori lottano per servire una clientela più ampia ed esigente.

L’andamento dei mercati azionari – in calo in particolare nell’ultimo trimestre – ha avuto un forte impatto sull’andamento della ricchezza finanziaria e, di conseguenza, sulla reddittività dei wealth manager. Nel 2018, la ricchezza finanziaria complessiva è cresciuta solo dell’1,6%, raggiungendo 205,9 trilioni di dollari, un dato nettamente inferiore alla crescita del 7,5% registrata l’anno precedente e ben al di sotto del tasso di crescita storico 6,2%, registrato dal 2013 al 2017.

Nel mondo, il numero di milionari – individui che detengono più di un milione di dollari USA in ricchezza finanziaria personale  –  è cresciuto del 2,1% su base annua raggiungendo i 22,1 milioni nel 2018. Questo gruppo detiene attualmente il 50% delle attività finanziarie personali a livello globale. La maggiore concentrazione è in Nord America, ma si prevede che la tendenza al 2023 ponga l’Asia (Giappone escluso) come il continente a crescita più rapida, seguita dall’Africa e dall’America Latina. Nel 2023 i milionari dovrebbero essere 27,6 milioni.

Guardando ai gestori patrimoniali, l’opportunità per il ritorno alla crescita va cercata in nuovi segmenti, in particolare in quella degli affluent. Affluent che rappresentano una delle maggiori aree di potenziale, ma anche una delle più trascurate. Questo segmento detiene una ricchezza finanziaria personale compresa tra i 250.000 e il milione di dollari e si prevede che i suoi asset investibili cresceranno a un CAGR del 6,2% nei prossimi cinque anni. Per Edoardo Palmisani di BCG: “Gli attori del mercato che hanno registrato performance industriali superiori alla concorrenza in questo mercato hanno puntato sulla crescita alimentata da una forte spinta sui ricavi e lavorato in maniera meticolosa su innovazione, differenziazione dell’offerta, sofisticazione del modello di pricing, metodologia commerciale della rete, ripensamento del modello di incentivi e digitalizzazione lungo l’intera catena del valore”.

In Italia gli affluent sono 1,4 milioni mentre i milionari costituiscono un gruppo di 400mila persone. Nel nostro Paese sono poi 1,700 gli Ultra High Net Worth, individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria personale. Guardando la nostra è la nona nazione, con 5 mila miliardi di dollari di ricchezza finanziaria personale. Entro il 2023 le stime prevedono che la ricchezza finanziaria personale degli italiani possa toccare i 5,6mila miliardi di dollari. “La sfida passa per un significativo miglioramento e differenziazione del modello di servizio sui diversi segmenti, non solo patrimoniali, di clientela e per l’utilizzo di dati e nuove tecnologie per personalizzare il dialogo con il cliente, la pianificazione dei bisogni, l’ottimizzazione del pricing e la gestione della retention – commenta Palmisani”.