di Carla De Lellis
Welfare negoziale anche negli studi professionali. Grazie all’accordo 3 ottobre 2017, infatti, anche per i dipendenti degli studi professionali si profila la possibilità di fruire di prestazioni erogate dai fondi di solidarietà bilaterali. Al momento, però, gli studi con più di 5 dipendenti sono attratti dal fondo di integrazione salariale operativo all’Inps. A illustrare l’operatività del sistema di welfare negoziale è il documento del consiglio nazionale dei dottori commercialisti pubblicato ieri.

Il welfare bilaterale. La sottoscrizione dell’accordo 3 ottobre 2017, tra Confprofessioni, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, spiega il documento, ha dato avvio al processo di costituzione di un fondo bilaterale di solidarietà rivolto al settore attività professionali. Settore nel quale l’origine della bilateralità risale al Ccnl del 3 maggio 2006 e ruota attorno a E.bi.pro. (ente bilaterale studi professionali), organismo chiamato a operare in ambiti strategici come la tutela della sicurezza e della salute sul lavoro, la formazione, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e il sostegno al reddito. L’azione di E.bi.pro. è affiancata da quella di altri organismi paritetici come Cadiprof (cassa di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori) e Fondoprofessioni (Fondo interprofessionale per la formazione continua).

Il welfare di solidarietà. Nella fase di avvio del nuovo sistema di solidarietà, il Jobs Act aveva concesso alle associazioni datoriali e sindacali tempo fino al 31 dicembre 2015 per istituire fondi bilaterali di solidarietà. In caso di mancata attivazione nei termini, avrebbe comportato l’assoggettamento dei datori di lavoro con più di 5 dipendenti, esclusi dall’applicazione della cassa integrazione guadagni ordinaria, a un fondo sussidiario: il fondo di integrazione salariale operativo presso l’Inps. Ciò è successo per le associazioni datoriali e sindacali del settore studi professionali: non avendo provveduto tempestivamente all’istituzione di un proprio fondo di solidarietà, i professionisti datori di lavoro con alle proprie dipendenze almeno sei dipendenti sono stati attratti nel campo di applicazione del Fis.
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