di Luca Gualtieri

Di fatto, suggeriva un banchiere ieri sera, è la prima scalata di una ex popolare dopo la trasformazione in spa. Unipol si rafforza nel capitale di Bper Banca e prenota una quota di un soffio inferiore al 20%. Il gruppo finanziario bolognese guidato da Carlo Cimbri ha annunciato un reverse accelerated bookbuilding per salire dall’attuale 9,87% a oltre il 15%. Operazione ben vista da Modena perché testimonia la disponibilità di Unipol a investire nella banca.

Il deal, assistito da JP Morgan, Equita e Mediobanca , prevede un prezzo per azione non superiore a 4,72 euro che incorpora un premio del 6% rispetto alla chiusura di ieri del titolo Bper . Non è detto peraltro che Unipol si fermi qui visto che il gruppo è stato autorizzato a salire fino al 19,9%. In ogni caso già l’operazione di ieri ha modificato gli equilibri di potere all’interno della banca modenese, spostandoli chiaramente a favore di Unipol . A bocce ferme il gruppo guidato da Cimbri non sarà solo il primo azionista, ma avrà anche un peso specifico maggiore rispetto all’aggregato degli azionisti storici, cioè fondazioni e imprenditori. Un rassemblement questo che si era rimesso in movimento proprio nelle scorse settimane per dare vita a un nucleo di potere alternativo, ma che molto probabilmente adesso dovrà rivedere le proprie strategie.

La mossa di Unipol infatti certifica una volta di più la valenza industriale dell’investimento e la volontà di giocare un ruolo di primissimo piano nelle strategie della banca. L’operazione, spiega una nota, si inquadra «nella strategia di Unipol , quale investitore istituzionale, finalizzata a contribuire ai piani di sviluppo nel medio-lungo periodo della banca, con la quale è, peraltro, in essere una partnership industriale pluriennale nel comparto della bancassicurazione danni e vita». La salita nel capitale salderà insomma un’alleanza industriale che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe avvenire senza strappi. In vista del rinnovo del cda ad esempio Unipol ha scelto di non presentare una lista, pur sollecitando formalmente una discontinuità nella governance. Non sarebbe però in discussione il top management della banca, a partire dall’ad Alessandro Vandelli per cui Cimbri ha speso finora parole positive. Lo stesso Vandelli del resto è al lavoro nella stesura del nuovo piano industriale che vedrà la luce dopo la pausa estiva. Ma l’alleanza tra Unipol e Bper potrebbe avere molte possibili declinazioni.

C’è ad esempio chi ritiene che la banca modenese possa essere il destinatario di Unipol Banca (appena ripulita dagli attivi deteriorati) e, in un secondo momento, la testa di ponte per un’acquisizione di più ampio respiro. La strategia potrebbe prevedere anche l’arrivo di apprezzati top manager dall’esterno e, tra gli altri, a Modena circola il nome di Piero Montani, ex amministratore delegato di Bpm e Carige e professionista vicino a Mediobanca , l’advisor più ascoltato da Cimbri. (riproduzione riservata)
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