Fodoora lancia la sua proposta a garanzia dei fattorini. Sarà illustrata al ministro Di Maio

Paga oraria minima, tutele previdenziali e infortunistiche
di Michele Damiani

Una carta dei diritti dei rider guidata da tre direttive principali: una paga oraria minima, tutele previdenziali ed infortunistiche e l’eliminazione di qualsiasi riferimento ad algoritmi. È quanto presentato ieri dall’Amministratore delegato di Foodora Italia Gianluca Cocco durante il festival del lavoro, la rassegna organizzata dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. La carta è frutto di un accordo raggiunto da Foodora, Foodracers, Moovenda e Prestofood e sarà presentata al tavolo sulla gig economy organizzato dal Ministro del lavoro Luigi Di Maio previsto per il prossimo 2 luglio. La carta rappresenta l’insieme di proposte che l’azienda tedesca mette sul piatto per garantire maggiori tutele ai fattorini. Tra queste: un compenso equo ed adeguato con una base oraria e una componente variabile in relazione al numero di consegne; la fornitura di dispositivi per la sicurezza individuale e agevolazioni per il mantenimento dei mezzi utilizzati; la completa eliminazione di qualsiasi algoritmo reputazionale o di qualsiasi tipologia di ranking. A queste si aggiungono un’attività di informazione continua sulle tematiche relative alla sicurezza sul lavoro e al rispetto del codice della strada e la stipula di un’assicurazione integrativa per la copertura di eventuali danni a terzi. Sotto l’aspetto delle tutele previdenziali ed infortunistiche, Foodora propone una forma di contrattualizzazione con contratti di collaborazione continuata e continuativa, che prevede la copertura assicurativa Inail in caso di infortunio sul lavoro della quale le aziende si faranno interamente carico. Inoltre, in questo modo i lavoratori avranno anche le tutele previdenziali Inps. «La carta dei valori vuole essere un significativo gesto concreto verso le parti sociali ed i rider, in continuazione con lo spirito di dialogo sempre mantenuto con i propri collaboratori ed in vista dell’incontro del prossimo due luglio convocato dal ministro Di Maio», afferma l’Ad Cocco. Al tavolo parteciperanno anche le sigle sindacali; in rappresentanza delle associazioni, è intervenuto ieri Roberto Benaglia (Cisl): «non vogliamo fare battaglie di retroguardia e ci atteniamo a quanto sostenuto dal Tribunale di Torino che ha stabilito come non si tratti di lavoro subordinato. Si tratta di definire tutele specifiche per un settore troppo spesso dimenticato, con lavoratori considerati di serie b. Le tutele definite nella Carta sono un primo passo, sarà importante anche intervenire sul tema del diritto ad essere sconnessi».
La Carta vede la collaborazione di quattro imprese del settore; rimangono esclusi alcuni big, come Deliveroo e Justeat. «Abbiamo preferito stringere l’accordo con tre imprese italiane e, comunque, il nostro obiettivo è quello di diventare un benchmark a cui tutti potranno guardare per migliorarsi», afferma Cocco. «Abbiamo intenzione di portare la Carta al tavolo del ministro per vedere come si possano trasformare queste nostre idee in provvedimenti, rispettando sempre la volontà del governo». Sotto l’aspetto della paga minima, la quota non è stata ancora definita, o meglio si aspetterà l’incontro con il ministro per quantificarla. «Ci sembra una prerogativa del Governo quella di stabilire delle cifre. Vogliamo solo affermare il concetto che dovrà esserci una paga minima e sarà adeguata allo sforzo realizzato dai nostri fattorini. Non lasceremo l’Italia, i problemi sono superabili tramite il confronto e, sotto questo aspetto, l’apertura di un tavolo dove saranno presenti sindacati, Governo e aziende va nella giusta direzione».

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