di Manola di Renzo
Non una scossa, quanto piuttosto un deciso fremito. Questo l’effetto sui mercati (e nelle cancellerie europee) che ha sortito l’annuncio, da parte del presidente della Bce, Mario Draghi, sulla politica economica del continente, la scorsa settimana, al termine dell’incontro tra i governatori europei in quel di Riga.

Come detto, l’affermazione decisiva del presidente Draghi ovvero quella di interrompere l’uso del suo «bazooka», nella forma del Quantitative Easing, non ha causato sobbalzi o febbricitazioni eccessive da parte degli addetti ai lavori. Questo, in primo luogo, è avvenuto proprio perché gli operatori del settore erano ampiamente preparati all’eventualità che, al termine di questo incontro, il board della Banca centrale europea avrebbe potuto fare un annuncio simile: troppi i segnali informali in questa direzione e decisi i segnali di una piccola, ma comunque affermata ripresa economica nell’Eurozona. Anche i modi, scelti da Eurotower per riporre nella «cassetta degli attrezzi» lo strumento del Qe, sono stati pensati per agevolare una ripresa alla normalità, che sia il più graduale possibile. Infatti a partire dall’ultimo trimestre del 2018, la Bce dimezzerà ulteriormente la quota mensile di acquisto di titoli di stato dei paesi europei, portandola a 15 miliardi, in vece degli attuali 30 miliardi.

Poi, a partire dal primo gennaio 2019, cesseranno completamente gli acquisti. La scelta di agire con estrema gradualità è resa emblematica da due ulteriori decisioni, venute fuori dalla capitale lituana: quella sui tassi e la misura per assicurare liquidità agli stati.

Per quanto concerne la prima voce, il presidente Draghi ha confermato che i tassi di interesse (insomma il costo del denaro) rimarranno invariati, rispetto ai valori attuali, almeno fino al termine della prossima estate. Maggiori garanzie non sono state possibili, in quanto proprio dopo l’estate 2019 giungerà a scadenza il mandato del rappresentante italiano, lanciando in pole position per lo scranno più alto in Eurotower qualche falco del Nord Europa (caratterizzato, peraltro, da posizioni di politica monetaria estremamente austere).

Per quanto riguarda, invece, il tema della liquidità, questa continuerà, in qualche modo, a essere garantita attraverso il reinvestimento dei titoli acquistati in scadenza per il medesimo importo.

Come anticipato in precedenza, il presidente Draghi non ha comunque escluso un ritorno parziale e contingentato del Quantitative easing, qualora si dovessero ripresentare situazione di elevata criticità del sistema europeo o impennate dell’indice inflazionistico.
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