Negli ultimi mesi del 2017 e nella prima parte di quest’anno i flussi di nuovi prestiti alle famiglie hanno proseguito il trend di crescita, sebbene a ritmi più contenuti rispetto ai due anni precedenti e con alcune differenze per le singole forme tecniche.

Le erogazioni complessive di mutui immobiliari, dopo tre anni di forte espansione, registrano un lieve calo dovuto alla netta riduzione delle surroghe, cui si è aggiunto, sul finire del 2017 e nei primi mesi del 2018, anche il calo dei mutui d’acquisto.

Queste le principali evidenze che emergono dalla quarantaquattresima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.

Nel corso del 2017 le erogazioni di credito al consumo sono cresciute del 9% rispetto al 2016, proseguendo così la performance positiva evidenziata negli ultimi anni, seppure ad un tasso di crescita meno sostenuto. Il trend di rallentamento si accentua nel primo trimestre del 2018: i flussi erogati segnano infatti un incremento del 4.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche la dinamica dei consumi durevoli delle famiglie, quelli che più frequentemente vengono finanziati, ha evidenziato una crescita in attenuazione. Per quanto riguarda i canali di erogazione del credito al consumo, i punti vendita convenzionati e gli sportelli bancari si confermano i canali d’elezione del credito al consumo, intercettando clientela con migliore profilo di rischio. Ancora contenuta la distribuzione via web, pur in un contesto di lenta crescita.

Nel dettaglio, i finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto erogati presso i concessionari, dopo aver chiuso il 2017 con un incremento a doppia cifra, rallentano decisamente nel primo trimestre 2018 (+5.2%). L’evoluzione ha beneficiato di un buon andamento dei prestiti finalizzati all’acquisto di auto usate, mentre più contenuto è stato l’apporto dei finanziamenti per auto nuova.

Anche i prestiti personali, che rappresentano oltre un terzo delle erogazioni complessive, dopo tre anni di crescita a doppia cifra mostrano un’evoluzione decisamente più modesta nel primo trimestre del 2018 (+2.7%), dovuta essenzialmente all’arresto delle erogazioni di nuovi prestiti. Cresce ancora la componente refinance, sostenuta da una vivace concorrenza tra gli operatori eroganti che ha indotto le famiglie a trasferire i finanziamenti da un istituto all’altro alla ricerca di condizioni migliori.

I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (appartenenti a settori quali arredo, ciclomotori, elettronica ed elettrodomestici e altri beni e servizi finanziabili) chiudono il 2017 in deciso calo ma tornano a crescere nel primo trimestre del 2018 (+9.0%). Tale dinamica è dovuta alla ripresa dei finanziamenti destinati all’acquisto di elettrodomestici/elettronica, anche per l’impulso fornito da nuovi accordi tra enti eroganti e i punti vendita, quali linee di credito rateali e finanziamenti in promozione.

I finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione continuano a mostrare un’evoluzione in linea con quelle registrate negli ultimi anni (+6.5%). Le erogazioni in capo ai pensionati, che costituiscono quasi la metà dei flussi totali del comparto, hanno mostrato un andamento più moderato, mentre quelle verso i dipendenti privati, che rappresentano storicamente la quota minore, hanno evidenziato una crescita più dinamica.

Infine, le erogazioni via carte opzione/rateali hanno rallentato decisamente la crescita sia nel corso del 2017, sia nei primi tre mesi del 2018 (+5%). L’evoluzione complessiva riflette quella dei flussi veicolati dalle carte opzione, la tipologia più diffusa, che tuttavia sono utilizzate prevalentemente in modalità a saldo. Solo circa un quinto dei flussi da esse movimentati fa riferimento ad utilizzi rateizzati.

Nell’ultima parte del 2017 le erogazioni di prestiti per acquisto di abitazioni hanno iniziato progressivamente a calare e questa dinamica è proseguita anche nella prima parte del 2018. Nel dettaglio, i mutui di acquisto, la componente che esprime la quota maggiore dell’attività complessiva, hanno proseguito la crescita nel 2017, per poi contrarsi nel primo trimestre 2018 (-3.4%).

I mutui di surroga hanno invece continuato il trend di decisa contrazione (-35.6% nel primo trimestre 2018), a seguito del progressivo assottigliarsi del numero di contratti in corso per i quali l’operazione potrebbe essere ancora conveniente.

Si conferma il trend di leggero incremento di importi finanziati e vita contrattuale dei nuovi mutui, riflettendo la minore incidenza delle surroghe caratterizzate da valori e durate più contenute. Inoltre, i tassi di riferimento ai minimi storici hanno favorito un ulteriore deciso incremento delle erogazioni di mutui a tasso fisso che superano abbondantemente i due terzi del totale.

Nel quarto trimestre del 2017 e nei primi tre mesi del 2018 gli indicatori di rischio dei prestiti al consumo mostrano un andamento stabile, risultato di un mix di politiche selettive e maggiore consapevolezza della clientela, oltre che di una ripresa economica e politiche monetarie ancora accomodanti.

In particolare, il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 3 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) del credito al dettaglio considerato nel suo complesso (mutui immobiliari + credito al consumo) si è mantenuto stabile all’1.9%, valore raggiunto già nel marzo 2017.

Nel dettaglio delle forme tecniche, i prestiti personali si sono stabilizzati su un livello di rischio contenuto, che a marzo 2018 risulta essere pari al 2.7%.

Un andamento analogo viene registrato dai prestiti finalizzati, il cui tasso di default a marzo 2018 si attesta all’1.3%. Per i mutui immobiliari, infine, è continuato il lento ma progressivo calo del tasso di default a 90 giorni, che a marzo 2018 si colloca all’1.5%, al di sotto del livello pre-crisi.

Le previsioni per il 2018 e il successivo biennio indicano un miglioramento delle condizioni finanziarie delle famiglie, grazie alla crescita dell’occupazione, all’aumento del reddito disponibile e alle prospettive di crescita economica, pur se a ritmi in progressivo rallentamento. Ciò favorirà le decisioni di acquisto di beni durevoli e immobili da parte delle famiglie, che pur scontando nei prossimi mesi gli effetti della maggiore incertezza sulla situazione economica, alimenteranno il ricorso al credito.

Nel triennio 2018-2020 i flussi di credito al consumo cresceranno a ritmi in graduale contenimento e maggiormente allineati con la dinamica dei consumi durevoli per i quali si fa maggiormente ricorso al credito. Con una maggiore solidità finanziaria delle famiglie, le politiche di offerta, pur rimanendo caute, potrebbero raggiungere un maggior numero di famiglie rispetto agli anni di crisi. Inoltre, una maggiore concorrenza tra gli operatori potrebbe favorire una riduzione del pricing delle nuove operazioni.

Le erogazioni di mutui torneranno in crescita nel 2018, grazie all’aumento dei nuovi mutui, mentre la componente legata alle surroghe e alle sostituzioni continuerà a calare fortemente. Nel biennio 2019-2020, invece, i ritmi di crescita delle erogazioni complessive rallenteranno progressivamente.

Relativamente alla rischiosità del comparto del credito alle famiglie, il miglioramento atteso delle condizioni economiche delle famiglie e i tassi di interesse ancora bassi favoriranno la sostenibilità del debito. Anche le attente politiche di offerta degli ultimi anni e la cautela nel ricorso al credito da parte delle famiglie determineranno una minore formazione di crediti deteriorati. Il tasso di sofferenza del credito alle famiglie si ridurrà in tutte le forme tecniche, anche grazie alla forte attenzione degli operatori alla gestione dei crediti deteriorati e agli importanti piani di cessione previsti.

Le pressioni competitive e normative richiedono l’accelerazione nel percorso di revisione dei modelli di servizio mantenendo un attento presidio del rischio. La capacità di innovare, allargare le modalità di contatto con la clientela e pensare soluzioni con elevato grado di semplicità e velocità di esecuzione, in grado di cogliere i nuovi bisogni delle famiglie, anche in presenza di maggiore incertezza, diventano elementi fondamentali. Gli adeguamenti del modello di servizio potrebbero realizzarsi anche prevedendo forme di collaborazione con operatori tecnologici massimizzando le diverse competenze specifiche.