In Italia la produzione industriale nel comparto della metallurgia, nel quinquennio 2013-2017 ha mostrato un incremento di poco inferiore al 6% (in linea con la produzione industriale complessiva, aumentata del 5,2% nello stesso periodo). La sola attività di fonderia ha invece evidenziato un aumento più che doppio (oltre il 14%), come risultante di un lieve incremento di volumi per la fusione di ghisa (+2,5%), una flessione nella fusio
ne dell’acciaio (-8,8%), un forte aumento nella fusione di metalli leggeri (un quinto in più: 20,1%) e un balzo del 31,3% nella fusione di metalli non ferrosi.

Negli ultimi tempi, e in particolare dopo la grande crisi del 2009, l’occupazione in questo settore ha mostrato un andamento decrescente, sia per la concorrenza dei Paesi Emergenti sia per il sempre maggior impiego di automazione, che ha permesso di limitare l’apporto del lavoro umano aumentando la sicurezza delle lavorazioni. Nel 2015 – ultimo dato disponibile – il comparto occupava mediamente circa 130 migliaia di persone (Conti Nazionali Istat), di cui circa 70mila solo nella siderurgia (dato Federacciai). Rispetto all’anno 2010 vi è stato un calo dell’8,3% sia in termini di occupati che di unità di lavoro/anno (ULA), mentre le ore lavorate sono diminuite di quasi il 20%.

Fonte: DATI INAIL