Un’iniziativa per massimizzare la qualità della relazione con i risparmiatori

Si trova a Palazzo Biandrà, in centro a Milano, dove operano un centinaio tra family banker, private banker e wealth advisor. Primi passi anche per la banca d’affari
di Oscar Bodini – MF-DowJones
L’ampliamento del differenziale tra i titoli di Stato italiani e bund tedeschi «non è solo teorico ma destinato a produrre impatti tangibili anche sulle tasche degli italiani». Lo ha spiegato il presidente di Banca Mediolanum , Ennio Doris, in occasione dell’inaugurazione della Casa della consulenza che il gruppo di Basiglio ha avviato in centro a Milano. «Ogni anno l’Italia ha circa 400 miliardi di euro di titoli in scadenza che deve rinnovare, naturalmente riconoscendo interessi legati all’andamento dello spread. Ogni 1% d’allargamento della forchetta btp/bund significa che lo Stato deve affrontare un costo superiore di 4 miliardi di euro in termini di interessi da pagare. Quindi l’impatto sulle tasche degli italiani equivarrebbe a un raddoppio dell’Imu».
Doris ha ricordando poi come circa 700 miliardi di debito pubblico italiano siano oggi nelle mani «di investitori internazionali, per lo più fondi pensione, gruppi assicurativi e istituti di credito», soggetti istituzionali che continueranno a mantenere il loro investimento se il rischio Paese non crescerà eccessivamente. Per questo motivo «è importantissimo diffondere fiducia nel Paese. E’ un concetto che si costruisce nel tempo, ma che purtroppo si fa presto a distruggere». Per questo motivo «è importante che il nuovo governo segua le parole e i concetti espressi dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria nell’intervista rilasciata durante lo scorso fine settimana», ha aggiunto il fondatore del gruppo, «perchè se qualcun altro all’interno dell’esecutivo poi dichiara il contrario, si rischia seriamente di instillare dubbi negli investitori, che invece vogliono stabilità».

La Casa della consulenza, nel centro di Milano, 3mila mq di superficie su cinque piani, si trovano nello storico Palazzo Biandrà, dove il gruppo ha trasferito, dopo un profondo intervento di riqualificazione, un centinaio tra family banker, private banker e wealth advisor. L’obiettivo dell’iniziativa è massimizzare la qualità della relazione con i risparmiatori. L’ad Massimo Doris ha affrontato poi alcuni dei temi di attualità per il gruppo, come quelle di banca d’affari, dicendo che «entro fine anno -mercati permettendo- ci prepariamo a portare sull’Aim le prime due società, per le quali l’iter di quotazione è stato avviato. Altre due esordiranno nella prima metà del 2019». Pochi giorni fa è stato inoltre firmato un contratto con un’azienda per l’acquisizione di un’altra, «poichè tra i nostri servizi seguiamo anche operazioni straordinarie di questo tipo». Per quanto riguarda i Pir, che nel 2017 hanno consentito al gruppo di raccogliere oltre 2,4 miliardi di euro, la raccolta oggi è su livelli inferiori, ma ritenuti pur sempre soddisfacenti, secondo quanto ha spiegato il capo azienda. «Da gennaio a maggio, in media, abbiamo incassato circa 90 milioni di euro al mese».
A breve inizierà infine il confronto con Gdf e Agenzia delle Entrate: nei mesi scorsi Mediolanum ha ricevuto un verbale d’accertamento da 544 milioni di euro legato alle attività della sua società irlandese. Doris ha ribadito che il gruppo si sente sereno su questa partita. «Quello che ci è stato contestato è la residenza fiscale in Irlanda. Lì però ci lavorano 100 persone e in questi mesi stiamo cercando nuovi edifici in cui spostarci perchè stiamo assumendo e non ci stiamo più. Abbiamo individuato spazi più grandi, che sono il doppio rispetto a quelli attuali. Il che dimostra che la nostra presenza in Irlanda è vera, reale, con gente che ci lavora». (riproduzione riservata)

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