Le interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF relative alla richiesta di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) ad aprile hanno visto un calo molto più contenuto rispetto ai mesi precedenti, segnale di una dinamica che ormai ha quasi definitivamente scontato il drastico ridimensionamento delle rottamazioni dei vecchi finanziamenti in coerenza con la progressiva saturazione del bacino dei consumatori per i quali le rinegoziazioni possono ancora risultare convenienti.

Nello specifico, rispetto al corrispondente mese del 2017 la flessione è risultata pari a -2,0%. In compenso, continua la crescita dell’importo medio richiesto (+0,5% rispetto all’aprile 2017).

Di seguito sono riportate in forma grafica le variazioni mensili in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi, sul SIC EURISC, che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie.

Per quanto riguarda l’importo richiesto, l’ultima rilevazione fornisce una conferma del trend di progressivo recupero, con il valore medio che si è attestato a 125.662 Euro.

Per altro, nel periodo di osservazione il numero maggiore di richieste si concentra ancora nella fascia di importo compreso tra 100.001 e 150.000 Euro, con il 29,5% del totale delle richieste, senza sostanziali variazioni rispetto al corrispondente periodo del 2017.

Per quanto riguarda la distribuzione per classe di durata si conferma la preferenza delle famiglie italiane per piani di rimborso compresi tra i 16 e i 20 anni, che arrivano al 25,8% del totale delle richieste, in crescita di +1,6 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2017.

A conferma del costante ripiegamento dei mutui di sostituzione, invece, va sottolineato il peso sempre più marginale delle richieste di mutui con durata inferiore ai 5 anni, dove principalmente si concentrano le surroghe, che arrivano a spiegare solamente lo 0,7% del totale, per altro in ulteriore contrazione rispetto all’anno precedente.

In merito all’età del richiedente, infine, la fascia d’età compresa tra i 35 e i 44 anni rimane maggioritaria, con una quota pari al 34,5% del totale, seppur in leggero calo rispetto al 2017 (-1,1 punti percentuali).

Le altre classi di età non mostrano variazioni sostanziali ad eccezione di quella compresa tra i 25 e i 34 anni che cresce di +0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a pesare un 25,4% sul totale.