Dagli allarmi alle app: costi e modi per difendersi
Pagina a cura di Tancredi Cerne

Uno ogni due minuti, 29 all’ora e 689 ogni giorno. Sono i numeri relativi alla frequenza di furti in Italia mappati dal Censis secondo cui, negli ultimi 10 anni, le intrusioni nelle nostre case sono più che raddoppiate. Nel 2015 l’incremento è stato del 5,9%. A questi numeri devono aggiungersi i 114 mila autoveicoli rubati ogni anno nella Penisola, 137 mila borseggi, 102 mila furti nei negozi e 18 mila scippi.

Un fenomeno di fronte al quale gli italiani sembrano ancora poco preparati. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni, infatti, quasi un italiano su due teme un’intrusione nella propria casa che possa provocare un furto o un’aggressione. Ma il 46% ha ammesso di non aver provveduto ad adottare alcun metodo per proteggere la propria abitazione.

I costi dei sistemi tradizionali. In base alle rilevazioni dell’Osservatorio di ProntoPro.it, la spesa media per trasformare la propria casa in un fortino si aggira intorno a 4.150 euro. Per l’installazione di una porta blindata in Italia si spendono in media 1.100 euro a cui devono aggiungersi altri 1.400 euro al mq per convertire i nostri serramenti in finestre antisfondamento. «Per scegliere le finestre antisfondamento, così come le portefinestre blindate, si deve decidere tra 6 classi di sicurezza», hanno spiegato gli esperti di ProntoPro.it. «I numeri, che vanno da 1 a 6, indicano l’efficacia della finestra o della portafinestra nel contrastare il tentativo di intrusione. L’efficacia aumenta progressivamente all’aumentare della classe di sicurezza». E se la finestra antisfondamento supera il budget preventivato, si può ricorrere alle inferriate che proteggono la casa con una spesa più contenuta: per una grata fissa in ferro di dimensioni medie si spendono circa 350 euro. Ma al bisogno di sicurezza si può rispondere anche con un buon impianto di antifurto e allarme. «Un antifurto completo dotato di centralina, sensori esterni e interni, sirena e combinatore telefonico per un’abitazione di 70 metri quadrati, costa circa 1.300 euro», hanno continuato gli esperti di ProntoPro.it ricordando come la Legge di Stabilità abbia esteso fino alla fine del 2017 la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale Irpef del 50% sulle spese sostenute.

Le nuove tecnologie. Al di là degli strumenti tradizionali, le nuove tecnologie hanno portato nel palmo della nostra mano dispositivi talmente sofisticati da consentirci di proteggerci da furti, scassi o taccheggi con pochi click sul proprio telefonino. È questo il caso, per esempio, della applicazione per smartphone «You Allert», un sistema che consente a chiunque di segnalare eventi e condividerli con la community. Chi dovesse notare movimenti sospetti, un’intrusione o una effrazione, ha la possibilità di segnalare il fatto con un click sul proprio telefonino aggiungendo una nota, una fotografia o un video. La community potrà quindi dialogare e allertare gli abitanti della zona segnalata per un raggio massimo di 8 km, così da limitare ulteriori azioni ai danni delle proprietà.

Principio molto simile a un’altra App anti furti che si sta diffondendo a macchia d’olio: NoRuba. Si tratta di un programma gratuito che permette di scambiare segnalazioni con altri utenti registrati che si trovano all’interno di un’area predefinita, richiedere favori, ricevere o dare aiuto in caso di emergenza. Sulla falsa riga di NoRuba, anche Siqra, altra App gratuita che dà l’accesso a una community geolocalizzata all’interno della quale gli utenti possano scambiarsi segnalazioni relative a episodi di criminalità commessi in una determinata area. Principio molto simile a un altro programma, Shelly, che ha fatto della geolocalizzazione la sua carta vincente: grazie alle segnalazioni in tempo reale, Shelly è in grado di condividere informazioni di sicurezza e di utilità (scippo, furto, truffa ecc) vicino alla posizione in cui ci si trova o nei pressi dei luoghi a noi più cari. Così come avviene per iSorveglio, un programma adottato da 500 comuni italiani oltre che dai City Angels che consente ai cittadini di dare il proprio contributo per aumentare la sicurezza e la qualità della vita nelle loro città. La App prevede l’utilizzo contemporaneo da parte dei cittadini per fare segnalazioni e dai membri dei volontari per coordinare e migliorare la loro attività. iSorveglio prevede anche la creazione di un portale a uso interno di ogni comune per il coordinamento dei volontari e per la gestione delle segnalazioni. L’applicazione permette poi a ogni volontario di ricevere in tempo reale l’esatta posizione di ogni partecipante, condividere messaggi istantanei di testo e contenuti fotografici, lanciare messaggi di aiuto o contattare con un semplice click le forze dell’ordine. E per evitare il furto di identità, ecco correre in nostro soccorso l’applicazione My Shield, un programma scaricabile sui nostri smartphone che aumenta il livello di sicurezza della navigazione in internet attraverso strumenti automatizzati di sorveglianza dello scambio di dati sia in chiaro che in background.

L’utente riceverà un alert nel caso in cui si apra una mail di phishing o si immettano in rete dati personali su siti riconosciuti come non sicuri o classificati come potenzialmente tali dalla piattaforma Sypcit elaborata da Kaspersky Lab. A questi sistemi estremamente sofisticati si aggiungono poi tutte le applicazioni che consentono di monitorare l’integrità della nostra casa attraverso il ricorso a webcam posizionate in punti strategici all’interno o all’esterno dell’abitazione. Una delle più famose è iCam Spy, il programma che consente di connettere uno smartphone a qualunque pc con webcam e microfono per aver un sistema di sorveglianza audio e video in tempo reale e ad alta definizione. È sufficiente connettersi a una rete internet per ascoltare e guardare in tempo reale sul proprio telefonino quello che sta accadendo all’interno della casa o dell’ufficio. Sistema molto simile a quello utilizzato da un altro programma anti intrusioni: Sorveglianza App. L’applicazione trasforma iPhone e iPad in un sistema televisivo a circuito chiuso portatile capace di rilevare rumori, controllare gli spazi in remoto intervenendo, se necessario, a livello acustico per scoraggiare o spaventare l’intruso. Ma cosa fare se a essere rubato è proprio il nostro smartphone?

Anche in questo caso è lo stesso telefonino a venire in nostro soccorso attraverso apposite applicazioni studiate apposta per contrastare il furto. È questo il caso di Trova iPhone, una app che permette di geolocalizzare il proprio dispositivo connettendosi al sistema attraverso il proprio account di iTunes.

La stessa funzionalità è presente anche sui telefoni Android attraverso l’applicazione Cerberus che al costo di 5 euro l’anno consente di attivare una serie di funzionalità anti furto di grande rilievo. Il controllo remoto permette infatti di non soltanto di localizzare il telefonino e farne il tracking, ma anche di bloccare il dispositivo con un codice, fare partire un forte allarme (anche se il dispositivo è in modalità silenziosa) e mostrare un messaggio che rimane sullo schermo. Non solo. Cerberus permette di catturare foto e screenshot e registrare video per identificare il ladro, scaricare la cronologia delle posizioni per vedere dove il dispositivo è stato in passato, cancellare la memoria interna e la scheda SD per proteggere i dati personali. Ma anche nascondere registrare audio dal microfono, ottenere la lista delle ultime chiamate fatte e ricevute, e le informazioni sulla rete mobile e wi-fi a cui è connesso il dispositivo.

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