di Carlo Giuro
La previdenza complementare è destinata ad assumere, anche alla luce delle intenzioni manifestate dal Governo, un peso sempre maggiore nel tenore di vita dei lavoratori. Il tutto in un contesto in cui il tema non trova ancora soluzione nelle scelte concrete dei cittadini che non padroneggiano adeguatamente i meccanismi della previdenza complementare. Qual è il punto di vista di un importante attore come Previbank? MF-Milano Finanza ha incontrato Giacinto Palladino, presidente del fondo pensione di riferimento del comparto del credito. Il comparto, ad adesione collettiva, è nato più di 28 anni fa per offrire uno strumento di previdenza complementare, ancor prima che ci fosse una normativa in materia, a tutte le realtà del settore che non avessero un proprio fondo pensione interno. Previbank è anche il fondo pensione del settore riscossione tributi.
Domanda. Quali risultati avete raggiunto?
Risposta. Previbank alla fine del 2016 contava 25.586 iscritti e 159 enti aderenti con un patrimonio in gestione pari a 1,94 miliardi di euro, un trend di crescita sempre positivo di anno in anno.
D. Che vantaggi dà Previbank?
R. Previbank ha fatto una scommessa che, dai numeri, risulta tuttora vincente: raccogliere i contributi dei bancari per investirli in polizze assicurative. Infatti, Previbank offre fin dalla costituzione (e più del 95% del patrimonio rispecchia la preferenza di tale scelta) anche la possibilità di investimento in un comparto assicurativo gestito con convenzioni vita di ramo I che presentano garanzie uniche e introvabili tutte assieme sul mercato. Sono convenzioni assicurative collegate alle gestioni separate di un pool di compagnie italiane che offrono la garanzia di restituzione in qualsiasi momento del capitale netto versato, il consolidamento annuale dei rendimenti conseguiti, cui si estende anche la garanzia di capitale e un rendimento annuo minimo garantito dello 0,50% per tutti gli eventi previdenziali. Ma l’aspetto principale è la garanzia di una rendita differita con fissazione dei coefficienti di conversione in rendita al momento della contribuzione e per tutta la durata della convenzione a prescindere dal momento del pensionamento. Tali caratteristiche non sono replicabili per normativa da nessun fondo pensione aperto né da altri fondi pensione che alla data del 28 aprile 1993 non avessero già operative dette gestioni.
D. Ci sono novità sul fronte della gestione?
R. La continua evoluzione del fondo pensione ha fatto sì che accanto al comparto assicurativo sia stato inserito un comparto finanziario con la creazione di profili di investimento frutto della combinazione delle due componenti assicurativa e finanziaria, con un modello di investimento anche di life cycle. Non è da dimenticare la natura associativa di Previbank: gli iscritti, infatti, possono esprimere la loro voce attraverso propri delegati in assemblea. Infine, Previbank è anche welfare complementare: è prevista in forma automatica, con la semplice adesione, l’attivazione di una copertura per il rischio premorienza e invalidità permanente da qualsiasi causa. Previbank offre anche coperture assicurative per il rischio di diagnosi di malattie gravi (cosiddetta dread disease) o per la perdita dell’autosufficienza, nonché la possibilità di attivare un piano di previdenza complementare anche a favore delle persone fiscalmente a carico.
D. Altri tratti distintivi?
R. Nell’ultimo anno Previbank è stato chiamato ad intervenire in alcune situazioni aziendali. Importante sotto questo profilo l’operazione di fusione per incorporazione del fondo pensione della Banca di Piacenza che ha consentito agli iscritti di trovare piena continuità di tenuta delle prerogative previdenziali di ramo V, legate a decenni di adesione. Dal 2017, infine, il cda di Previbank ha avviato un approfondimento sulle politiche adottate dalle compagnie assicuratrici e dal gestore finanziario in tema di approccio sostenibile agli investimenti.
D. Quale suggerimento darebbe al Governo per rilanciare le adesioni alla previdenza complementare?
R. Indubbiamente gli ultimi interventi legislativi non sono a favore. La stessa Rita può essere un boomerang per la previdenza complementare rischiando di svuotare i patrimoni dei fondi pensione. Neppure l’incremento di tassazione sui rendimenti (al 20%, ndr) è stato un segnale positivo. Andrebbe valutata la possibilità di aumento dell’anticipazione libera oltre il 30% nel caso accertato di sovra-indebitamento e impossibilità di finanziarsi in banca. Credo sia fondamentale dare maggiore flessibilità sul versamento del Tfr prevedendo versamenti parziali e reversibilità della scelta, ancora un ostacolo insormontabile per il dipendente nuovo assunto. Bisognerà anche lavorare sulla riduzione della tassazione dei rendimenti perché è troppo alta quella attuale del 20%. (riproduzione riservata)
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