Banca Mediolanum è disponibile a valutare un’operazione di sistema per raccogliere i circa 1,25 miliardi di euro di capitali privati nell’ambito del piano di salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto banca. «Se tutti parteciperanno, prenderemo parte anche noi», ha assicurato l’amministratore delegato Massimo Doris.

Questo, però, a patto che vi sia finalmente rapidità d’azione: il costo dell’intervento «sta salendo così tanto per colpa della lentezza nel risolvere le problematiche che si sono create». Doris ritiene che l’errore iniziale sia avvenuto nel novembre 2015, quando nel salvataggio delle quattro good bank si decise di non includere gli obbligazionisti subordinati. Un’anticamera del bail-in che, di fatto, spaventò i mercati: «Per quei 300 milioni di euro è poi scoppiato il caos. Se li avessero salvati, le due banche venete avrebbero condotto in porto i rispettivi aumenti di capitale e i correntisti non sarebbero fuggiti».

Intanto, secondo una fonte a conoscenza del dossier, l’autorità europea per la concorrenza considera «sfidante» il livello del valore nominale (tra il 20% e il 30%) che le banche venete hanno indicato come obiettivo per cedere le rispettive sofferenze, una volta cartolarizzate. E indica, nella parte bassa della forchetta, in circa il 20% del nominale il livello adeguato di vendita. Se Bruxelles non ha imposto un vero e proprio prezzo di cessione, tuttavia ritiene troppo ottimistiche le aspettative degli istituti. Inoltre non è scontato che il fondo Atlante sia il miglior offerente per questi crediti.

Intanto prosegue lo sforzo del governo per arrivare a una soluzione, nel tentativo anche di ridefinire l’importo di 1,25 miliardi di capitale privato chiesto dalla Ue. Alcune fonti di mercato spiegano che si lavora per ridurre questa cifra. Infine, è stata smentita l’ipotesi di dimissioni in blocco da parte dei consiglieri di Bpvi entro fine giugno.

Infine, l’a.d. di Bpvi, Fabrizio Viola, chiede di fare in fretta: «Bisogna smetterla di far girare il cerino. Bisogna convocare i banchieri e far convocare i rispettivi cda entro il fine settimana. Ci vuole molta rapidità. In questa situazione mi stupisco che le banche abbiano ancora clienti, perché stanno ritirando anche la raccolta indiretta».

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