da Parigi Giuseppe Corsentino

È la prima volta che accade in Francia e potrebbe diventare un precedente giuridico in tutti i paesi dell’Ue. A Parigi, una gentile signora di 56 anni, Clotilde Nonnez, occhi blu e fisico da urlo come si dice (è stata, in gioventù ballerina del Crazy Horse e ora fa l’insegnante di yoga) ha trascinato in giudizio, davanti al Tribunale amministrativo, lo Stato francese colpevole, secondo lei, di non aver fatto tutto quello che invece andava fatto per evitare l’inquinamento da polveri sottili nella capitale causandole una gravissima forma di pericardite oltre all’asma bronchiale cronico che la costringe a continue terapie a base di cortisone.

La denuncia è stata presentata mercoledì 7 giugno da un avvocato parigino, François Lafforgue (con studio nell’elegante 1°arrondissement), che ha una solida preparazione in diritto ambientale e, soprattutto, un palmares giuridico di cause vinte contro i grandi inquinatori del pianeta, dal colosso dell’agrochimica Monsanto alla Azf (Azote Français) di Tolosa, che produceva nitrati per concimi, fino ad arrivare alle tante amministrazioni locali che non hanno rispettato le leggi sullo smantellamento delle coperture edilizie in amianto (attualmente si occupa anche del fronte giudiziario francese delle cause intentate contro la Volkswagen per il cosiddetto Dieselgate).

«Il caso della signora Nonnez» ha spiegato puntigliosamente, «farà scuola, ne sono sicuro.

Dimostreremo davanti al Tar che la sua malattia polmonare cronica che la costringe a lunghe e costose terapie e che, a dicembre scorso, ha rischiato di farla morire, è conseguenza della colpevole inazione dello Stato nella lotta contro l’inquinamento da polveri sottili a Parigi e nelle principali città della Francia».

Negli allegati alla denuncia ci sono molte pezze d’appoggio: tutti i documenti dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) che dimostrano come l’inquinamento dell’aria nelle grandi città del mondo provochi ogni anno 1,3 milioni di morti in seguito a malattie respiratorie e crisi cardiache e 48 mila nella sola Francia; e, soprattutto, un referto medico rilasciato alla signora Nonnez dai medici dell’ospedale pubblico Cochin, una vera eccellenza clinica della capitale (l’equivalente di un Irrcs italiano, per intenderci), il 6 dicembre scorso dopo un ricovero d’urgenza per crisi respiratoria.

Questo referto, secondo l’avvocato Lafforgue, è la prova regina: vi è scritto, nero su bianco, che le condizioni dei bronchi e dei polmoni della paziente sono conseguenza diretta dell’inquinamento dell’aria. «Il y a un lien direct avec l’épisode de pollution», hanno scritto i medici. L’épisode de pollution è il picco di inquinamento registrato a Parigi il 5 e il 6 dicembre scorso quando la percentuale di polveri sottili, il famigerato Pm10, è balzata a 103microgrammi per metro cubo, due volte la soglia-limite consentita.

Ecco perché l’avvocato Lafforgue parla di «carences fautives de l’Etat», di precise responsabilità dello Stato francese che, particolare non secondario, è stato più volte diffidato (mise en demeure) dalla Commissione europea proprio per la sua negligenza in materia ambientale, mentre il Code de la Santé, il Codice della salute (l’insieme delle leggi sanitarie nazionali) garantisce (testuale) a tutti i cittadini «le droit à respirer un air qui ne nuise pas à la santé», il diritto a respirare aria pulita, che non faccia male alla salute.

La signora Nonnez ha chiesto al Tar un risarcimento di 140 mila euro, importo pari alle spese mediche che ha dovuto sostenere in tutti questi anni, ma il valore giuridico della causa è ben più alto, com’è facile immaginare. Perché, se i giudici amministrativi di Parigi dovessero darle ragione e se, a seguire, dovessero fare lo stesso i loro colleghi di Lille, Lione e Alta Savoia (dove sono state presentate denunce analoghe preparate da alcune ong e associazioni ambientaliste come Respire, Ecologie sans frontières e Générations futures che hanno raccolto l’adesione di 600 malati cronici); allora il tema dei danni da polveri sottili e dell’obbligo giuridico dello Stato (anzi degli Stati dell’Ue) a risarcire i cittadini diventerebbe un dossier politico esplosivo. Già qualche ministro del Tesoro comincia a fare i conti.

@pippocorsentino

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