Il panorama europeo della previdenza integrativa sta attraversando un periodo di cambiamenti e di importanti innovazioni che certamente, nei prossimi anni, ne modificheranno profondamente l’assetto. Assogestioni ne sta già analizzando i possibili impatti sul mercato della previdenza integrativa nazionale.

Una delle principali novità in arrivo è la IORP II, la direttiva (UE) 2016/2341 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 dicembre 2016, relativa alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali. Entrata in vigore il 12 gennaio scorso, la direttiva impone che entro il 13 gennaio 2019 in tutti gli Stati membri dell’Unione europea siano emanate, ed entrino in vigore, le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie a garantirne il rispetto.

Parallelamente, si attende entro la fine del mese di giugno la pubblicazione, da parte della Commissione europea, di una proposta legislativa per la creazione di un prodotto pensionistico individuale paneuropeo, il PEPP (Pan-European Personal Pension product). Nonostante non se ne conoscano ancora i dettagli, è lecito attendersi che l’iniziativa legislativa della Commissione sarà volta a introdurre un prodotto pensionistico paneuropeo ad adesione individuale che andrà ad aggiungersi ai prodotti già disciplinati a livello nazionale, senza comprometterne il funzionamento o alterarne in alcun modo la disciplina.

Inoltre, il 7 marzo 2017 l’EIOPA, l’Autorità di vigilanza europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali, ha avviato un’indagine per verificare l’interesse del mercato nella possibile definizione di un quadro normativo che disciplini i prodotti pensionistici aziendali o professionali paneuropei a contribuzione definita (Pan-European occupational DC). L’avvio di questa analisi scaturisce dalla necessità di completare il quadro normativo delineato dalla direttiva IORP II, al fine di disciplinare e semplificare gli aspetti operativi per l’istituzione e la gestione di prodotti pensionistici transfrontalieri.

Tali cambiamenti daranno una spinta anche al nostro mercato nazionale. Infatti, queste iniziative hanno un tratto comune: incentivare la creazione di un mercato unico per la previdenza integrativa a livello europeo, sia essa di secondo o di terzo pilastro.

Questa tendenza, se da un lato offrirà delle importanti opportunità di sviluppo e di ampliamento del businessdei prodotti domestici, dall’altro lato aprirà certamente le porte ad una più diretta concorrenza con prodotti istituiti in altri Stati membri.

Per tale ragione, la Assogestioni ha già iniziato un processo di analisi dei possibili impatti che le novità europee in ambito previdenziale potranno avere sul mercato della previdenza integrativa nazionale, con un occhio di riguardo ai fondi pensione aperti.

Questi ultimi, infatti, in quanto rappresentano una specificità del mercato italiano, non sono appieno riconducibili all’interno della tassonomia definita a livello europeo, non rientrando pienamente né nella definizione di prodotto pensionistico aziendale o professionale (occupational) né in quella prodotto pensionistico individuale (individual)(1).

Diventa cruciale, in tale ottica, rivolgere uno sguardo attento alla nostra realtà nazionale, alla struttura del mercato della previdenza integrativa in Italia, per cercare di prevedere i possibili scenari che gli operatori potranno trovarsi ad affrontare e per capire in che direzione potranno muoversi. Lo scopo è fare in modo che le novità in arrivo dall’Europa non rappresentino solamente una tendenza da subire ma possano, piuttosto, costituire un’opportunità di crescita del settore.

Fonte: Assogestioni