di Luisa Leone

Sole, mare e flat tax. La dolce vita italiana è ora ancora più dolce per i ricchi di ogni nazionalità con il sogno di vivere nella Penisola nel cassetto. La legge di Bilancio 2017 ha infatti introdotto il regime dei resident non domiciled (res non dom), che prevede una tassazione sostitutiva da 100 mila euro sui redditi prodotti all’estero, qualunque sia la loro entità, per chi decide di trasferirsi in Italia. E questa volta Roma sembra aver colpito nel segno, visto che paperoni da tutto il mondo hanno iniziato a dirigere le antenne verso il Paese. «Riceviamo molte richieste di informazioni dall’estero per conoscere il nuovo regime dei res non dom», spiega a MF-Milano Finanza Stefano Loconte, managing director dello studio Loconte & Partners. «Sono numerosi i non residenti che stanno chiedendo informazioni per valutare il trasferimento in Italia. In molti casi abbiamo già avviato la fase istruttoria preliminare, che permetterà concretamente di capire, a mero titolo esemplificativo, se optare per la flat tax rispetto ai redditi prodotti in tutti gli Stati esteri o solo in alcuni di essi. Non solo. Visto che è possibile anche presentare un interpello preventivo all’Agenzia delle Entrate, anche su questo fronte abbiamo avviato i contatti l’amministrazione finanziaria», racconta Massimo Antonini, responsabile dipartimento fiscale di Chiomenti. «Vediamo segnali di grande interesse dall’estero. Ma è difficile tracciare un profilo, perché il panorama di chi si è affacciato per avere informazioni è davvero variegato. Se dovessi trovare una caratteristica comune direi che è l’amore per l’Italia», aggiunge Andrea Tavecchio, fondatore di Tavecchio Caldara e Associati, studio specializzato in private clients e wealth planning.

Pur nella difficoltà di fare un identikit degli aspiranti nuovi italiani, Tavecchio individua due principali direttrici di provenienza: Londra e Paesi caratterizzati da alta instabilità politica. «Nel primo caso si tratta di persone che hanno in scadenza il regime nel Regno Unito e che quindi stanno valutando altri possibili, convenienti, approdi. Nel secondo caso invece si tratta di gente stanca dei rischi alla propria incolumità, segnatamente nei Paesi Sudamericani. Ma c’è anche, per esempio, chi decide di trasferirsi dalla Francia perché vuole andare a vivere sul lago di Como o a Venezia. O banker italiani trapiantati a Londra e pronti a cogliere l’occasione per tornare». Sui Paesi di provenienza Loconte evidenzia anche il flusso importante di richieste dal Brasile. «L’interesse può essere spiegato facilmente, innanzitutto l’instabilità politica che sta attraversando il Paese, ma anche il fatto che di recente si è chiusa la voluntary disclosure locale e i brasiliani hanno visto emergere i propri patrimoni, tassati di conseguenza, e stanno cercando regimi interessanti sotto questo profilo». Ma tra chi ha messo l’Italia nel mirino c’è anche lo steoreotipo più tipico del ricco russo: «Riceviamo molte richieste di informazioni oltre che dal Regno Unito e dalla Svizzera anche dalla Russia», dice Antonini. E in questo ultimo caso l’identikit risponde al ricco possidente con investimenti immobiliari importanti in belle zone di villeggiatura italiane, che si trasferirebbe volentieri per goderne. Di tutto un po’ insomma. Ma se i volti sono molto diversi tra loro, qualche punto in comune tra chi sta prendendo informazioni in vista di un possibile trasferimento c’è: «Diciamo che sicuramente la misura è attrattiva per i titolari di patrimoni di una certa importanza, diciamo a spanne sopra i 10 milioni», fa due conti Loconte.

Di certo c’è da rilevare che, anche se la norma è stata approvata alla fine dello scorso anno, l’interesse dall’estero sta crescendo da qualche settimana a questa parte e la ragione è la circolare dell’Agenzia delle entrate dello scorso 23 maggio: «ora il quadro è sufficientemente completo e questo ci consente di raccontare in maniera soddisfacente vizi e virtù del nuovo regime», taglia corto Loconte. «La circolare è molto importante perché ha dimostrato che l’amministrazione fiscale italiana ha colto e fatto proprio lo spirito dell’iniziativa, rafforzando la convinzione che la normativa italiana è trasparente e chiara e, soprattutto, non si presta ad abusi», aggiunge Tavecchio.

La flat tax da 100 mila euro sui redditi esteri (per quelli realizzati in Italia le tasse si pagano normalmente) è poi per molti versi più favorevole che in altri Stati e la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate lo ha chiarito definitivamente: «Diversamente da altri regimi simili, quello italiano permette per esempio di riportare le disponibilità estere in Italia mantenendo l’esenzione sui redditi esteri. Inoltre la circolare ha altresì chiarito che anche i redditi da lavoro dipendente prodotti all’estero beneficiano dell’esenzione», spiega ancora Antonini. Ma al di là della convenienza e della praticità del modello messo in campo da Roma, sono anche altri gli aspetti che chi valuta un trasferimento considera con attenzione. «Tra gli elementi che certamente saranno tenuti in considerazione c’è sicuramente anche la previsione dell’esenzione dalla tassa sulle successioni e donazioni», suggerisce Loconte. «Oltre ai temi fiscali, altri elementi in grado di influenzare la scelta per un Paese piuttosto che per un altro sono il costo del real estate e il sistema educativo, segnatamente la presenza di scuole internazionali. Sotto questo profilo, Milano in particolare, ma anche Roma, sono certamente ben posizionate», sottolinea Tavecchio.

Non sembra invece essere un propulsore particolare, almeno finora, la tanto evocata Brexit: «Per ora l’impulso che viene dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è marginale. Potrà invece costituire una spinta l’eventuale trasferimento in Italia di istituzioni con sede a Londra», fa notare il responsabile fiscale di Chiomenti.

A remare contro la scelta dell’Italia è invece l’instabilità politica del Paese. Non tutte le forze in Parlamento infatti hanno accolto positivamente la flat tax e il timore è quello di una possibile marcia indietro in caso di nuove maggioranze alle prossime elezioni. (riproduzione riservata
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