di Anna Messia

Il colosso dell’assicurazione del credito Euler Hermes è pronto a raddoppiare il suo impegno sull’Italia. La compagnia, che finora ha lavorato esclusivamente nelle assicurazioni a breve termine (fino a un anno di durata), ha deciso di entrare in un nuovo comparto: da luglio assicurerà anche i crediti a medio termine, ovvero quelli fino a cinque anni di durata, per le operazioni sull’Italia e con l’estero. Si tratta di una bella fetta di business su cui di fatto fino a oggi non c’era competizione. In Italia, in particolare, non c’era di fatto un’offerta (se non sporadica). Mentre sull’estero operava in esclusiva l’italiana Sace, controllata da Cassa Depositi e Prestiti. Ora anche Euler Hermes, gruppo controllato dal colosso tedesco Allianz , è pronta a scendere in campo. «In questo settore c’è spazio per tutti», assicura Loeiz Limon Duparcmeur, aggiungendo che «la domanda delle coperture assicurative a medio termine è molto alta da parte delle imprese italiane». Solo sull’Italia una recente analisi di Format Research ha rilevato 400 miliardi di euro di potenziali garanzia richieste dalle imprese, di cui circa 100 miliardi riguardano il settore manifatturiero, al quale Euler Hermes guarda con particolare interesse. «L’Italia ha un’industria strumentare e manifatturiera molto valida e apprezzata nei mercati esteri», prosegue Limon Duparcmeur. «Penso per esempio alle industrie del vetro, della ceramica o dei macchinari di precisione, che producono in particolare nel Nord Est».
Il gruppo assicurativo, che proprio in questi giorni festeggia i 90 anni di attività in Italia, è pronto insomma a esplorare nuovi business, come del resto era già avvenuto tre anni fa. A fine 2014 Euler Hermes aveva deciso di entrare anche nel settore cauzioni e in quel caso la concorrenza (tra banche e assicurazioni) era già abbastanza agguerrita. «Ma i risultati sono stati molto buoni: quest’anno raggiungeremo 13 milioni di premi, che entro il 2018 dovrebbero arrivare a 20 milioni». Un successo che la compagnia vorrebbe replicare anche nelle operazioni a medio termine e per vincere la sfida è pronta a investire. «Per entrare in questa nuova linea di business non abbiamo bisogno di chiedere ulteriori licenze ma creeremo una struttura ad hoc e investiremo circa il 3% del nostro fatturato (che supera i 200 milioni di premi, ndr) investendo in tecnologia, risorse umane e marketing», spiega il country manager.
Tale diversificazione nasce anche dall’esigenza di trovare nuovi mercati in crescita, visto che l’assicurazione del credito a breve termine sembra soffrire. «I margini restano buoni ma il calo dei rischi ha messo sotto pressione i premi del settore, che faticano a crescere», sottolinea Limon Duparcmeur. Euler Hermes Italia ha chiuso il bilancio 2016 con premi per 220 milioni, in crescita del 3% rispetto al 2015 (254 milioni se si aggiungono gli altri servizi). Insomma, in questa fase di mercato non ci sono più sviluppi a doppia cifra del giro d’affari, visto tra l’altro che Euler Hermes ha già in mano più del 48% del mercato dell’assicurazione del credito a breve termine in Italia. Gli sforzi per trovare nuovi clienti continuano ma intanto la compagnia ha deciso di esplorare nuovi orizzonti, anche se i rischi, come riconosce lo stesso Limon Duparcmeur, non mancano. «Negli anni ‘90 c’erano diverse società dell’assicurazione del credito che operavano nel medio termine in Italia», ricorda il manager, «ma poi hanno hanno deciso di uscire da questo business. in quanto si era rivelato troppo rischioso». Ora Euler Hermes è pronta a riprovarci sfidando la concorrenza. Del resto un’operazione simile era stata effettuata anche da Sace nel 2004. La società allora controllata dal ministero dell’Economia decise di debuttare nell’assicurazione a breve termine lanciando Sace Bt, pronta a entrare in un nuovo mercato, dove i concorrenti erano appunto compagnie come Euler Hermes, Coface e Atradius. (riproduzione riservata)
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