Ue, storico accordo a 28 per la difesa comune. Divisi sui migranti
di Franco Adriano

Quando il meglio è nemico del bene succede che non bastano 26 mesi per esaminare un testo di legge in parlamento. Il disegno di legge sulla Concorrenza ha subito un nuovo stop. Ieri, in Aula alla camera, sono state approvate quattro nuove modifiche proposte dal Pd che costringono il provvedimento a tornare al senato per la quarta lettura. È il bicameralismo perfetto confermato nel eferendum del 4 dicembre.

Ma l’ennesima navetta fra i due rami del parlamento ha suscitato l’ira del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha definito «incomprensibile» la decisione. Come già ricordato, la legge annuale sulla concorrenza è all’esame del parlamento da oltre due anni, dopo essere stata approvata in consiglio dei ministri nell’aprile del 2015. Dopo un travagliato iter è tornata alla Camera in terza lettura. Lunedì il provvedimento approderà nell’Aula di Montecitorio e dopo il via libera previsto in settimana riprenderà la strada di palazzo Madama. Le proposte di modifica approvate riguardano i settori energia, assicurazioni, telemarketing e società di odontoiatri. Calenda dopo aver trangugiato amaro: «Non parlo sennò mi deprimo», ha attaccato direttamente il segretario del Pd, Matteo Renzi: «Con tutto il dovuto rispetto per il parlamento la decisione di riaprire il ddl Concorrenza a più di 850 giorni dalla sua presentazione da parte del governo Renzi, è difficilmente comprensibile e rischia di trasmettere l’ennesimo segnale negativo su questo tema per cittadini, imprese e istituzioni internazionali». «I quattro emendamenti accolti», ha aggiunto Calenda, «hanno prevalentemente un carattere di mera chiarificazione e non mettono in discussione la sostanza degli articoli a cui si riferiscono. Il governo, peraltro, ha ribadito più volte la propria disponibilità ad affrontare i punti sollevati dagli emendamenti sia attraverso l’accoglimento in sede attuativa di eventuali atti di indirizzo da parte del parlamento sia promuovendo, dopo l’approvazione definitiva e senza dar luogo ad un ulteriore ed inutile rinvio, ad eventuali iniziative di precisazione del testo». A Matteo Orfini, presidente del Pd, la replica: «Questa è la verità dei fatti: abbiamo migliorato un testo che in alcuni passaggi creava problemi invece di risolverli. Lo abbiamo fatto nell’interesse dei cittadini. Fingere che quelle modifiche non fossero necessarie e approvare una norma imperfetta sarebbe stato – questo sì – un segnale negativo al Paese».

Concorrenza, ecco il contenuto delle modifiche irrinunciabili

In tema di assicurazioni l’emendamento approvato reintroduce il meccanismo del tacito rinnovo delle polizze in scadenza del ramo danni. Per quanto riguarda il telemarketing sono state abolite le norme del ddl che obbligavano gli operatori dei call center a riferire l’identità del soggetto per conto del quale il avviene il contatto, di specificarne la natura commerciale e di proseguire la chiamata solo se, una volta ricevute queste informazioni, il destinatario dà il suo assenso. L’emendamento sull’energia elimina il meccanismo delle aste per gli utenti elettrici che non scelgono il loro fornitore alla scadenza del regime di maggior tutela fissata il 1° luglio 2019, riportando la norma a quella uscita in prima lettura dalla Camera che affida all’Autorità la disciplina delle «misure volte a garantire la fornitura del servizio universale». Approvata infine un’altra modifica che contiene delle precisazioni sulle società odontoiatriche nelle cui strutture, dotate di un direttore sanitario iscritto all’albo, possono effettuare le prestazioni solo soggetti in possesso dei titoli abilitanti.

Ue, primo sì alla difesa comune europea Si chiamera Pesco

Accordo unanime fra i 28 Paesi su cooperazione militare e lotta al terrorismo, in particolare contro i foreign fighter. Al via entro la fine dell’anno del nuovo sistema di condivisione delle informazioni. Per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si tratta di un «passo storico». A margine del vertice europeo, c’è stato il faccia a faccia fra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il neo presidente francese Emmanuel Macron. Hanno deciso che entro tre mesi si dovrà svolgere una road map sulle riforme dell’Ue e dell’Eurozona. La decisione assunta dal Consiglio europeo dal punto di vista tecnico è una Cooperazione strutturata permanente (Pesco) fra i paesi membri dell’Ue nel campo della difesa. Uno strumento già previsto dal Trattato Ue (agli articoli 42 e 46), ma finora mai attivato. Entro tre mesi, gli stati membri elaboreranno «una lista comune di criteri e impegni vincolanti». La lista dovrà «permettere agli stati membri che sono in grado di farlo, di notificare la loro intenzione di partecipare senza indugio» nella Pesco. Comunque in forma coerente «con la pianificazione della difesa e gli impegni concordati dal paese interessato in ambito Nato e Onu». ma l’aspetto più interessante è che il Consiglio europeo ha sottoscritto un accordo che prevede finanziamenti permanenti per il dispiegamento delle forze dei «gruppi di combattimento» dell’Ue («Battle group»), peraltro già operativi dal 2007. I capi di stato e di governo hanno anche «accolto con favore» la comunicazione della commissione Ue che propone un «Fondo europeo di Difesa», con una componente dedicata alla ricerca e una alle capacità militari, e «guarda in prospettiva alla sua rapida operatività».

Europa, Gentiloni: sui migranti non ci siamo

Più fondi e un maggior impegno delle autorità europee per gestire i flussi migratori provenienti dalla Libia. questa la richiesta che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha portato sul tavolo del Consiglio europeo, in programma ieri e oggi a Bruxelles. Poche ore prima dell’inizio della riunione, il premier ha incontrato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il capo del governo di unita’ nazionale libico, Hafez Al Sarraj, condividendo con loro la strategia da adottare per gestire l’emergenza migratoria. Maggiore controllo sul territorio libico e contributi per la lotta ai trafficanti di esseri umani, i punti qualificanti dell’incontro. «Obiettivi sui quali l’Italia è impegnata da tempo», ha detto Gentiloni. Sul fronte della crisi migratoria, l’Italia può «continuare a contare sulla solidarietà europea», ha detto Juncker. Ma l’Ue e gli stati membri devono ancora concretizzare la Dichiarazione di Malta oltre ad assicurare finanziamenti sufficienti per affrontare i flussi migratori dalla Libia. Positiva la decisione dell’Ue di devolvere 1,2 miliardi di euro in un’unica tranche, attraverso il Fondo di solidarietà, ai territori del Centro Italia colpiti dal terremoto, consentendo all’Italia di poter ricevere lo stanziamento entro la fine dell’estate.

Sondaggio, balzo del centrodestra

La performance deludente di M5s nel primo turno delle Amministrative non si accompagna per ora a un calo a livello nazionale del MoVimento che, non solo non perde terreno, ma risulta anzi in lievissima crescita dello 0,2%. Per contro, dalla Supermedia della settimana elaborata da Youtrend per Agi emerge che il Pd perde quasi un punto, anche se il distacco tra queste prime due liste rimane comunque ridotto ad appena sei decimali di punto: 28,9% contro 28,3%, pienamente all’interno del margine d’errore statistico. La vera novità della settimana riguarda le liste di centrodestra, in particolare Forza Italia e Lega. Contando anche Fratelli d’Italia (che però è stabile e anzi perde lievemente), il centrodestra guadagna un punto e mezzo in un mese. Anche rispetto al dato della scorsa settimana si registra un aumento. In particolare, la Lega si colloca sul 13,7%, Fi sul 13,2% e FdI sul 4,3%. I tre partiti minori (Mdp, Ap e Si) rimangono tra il 2 e il 3%.

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