Il 30 maggio scorso è stato presentato presso Casina Valadier di Roma il Rapporto Annuale del CESIA, che riassume l’attività effettuata nel 2016, primo anno di operatività del Centro Studi Intermediazione Assicurativa.

Lorenzo Sapigni, Rappresentante Generale per l’Italia di CGPA Europe, che ha aperto l’appuntamento insieme con Silvia Lumediluna, Responsabile Sviluppo di CGPA Europe, ha ricordato la missione del CESIA: contribuire, attraverso la prevenzione dei rischi di responsabilità civile professionale, a migliorare la qualità della distribuzione e, più in generale, il sistema assicurativo nazionale. Una missione che il CESIA persegue attraverso il confronto tra gli operatori con il supporto di un Comitato Scientifico incaricato di chiarire la normativa e interpretarne l’evoluzione.

Il compito di ripercorrere il primo anno di attività è stato affidato a Massimo Michaud, coordinatore del CESIA, che ha ricordato i punti chiave emersi dal confronto sui tre temi affrontati dai Laboratori in seguito alle indicazioni degli intermediari: adeguatezza, infedeltà dei collaboratori e collaborazione tra intermediari.

L’adeguatezza è stata intesa dal CESIA come un percorso per offrire all’assicurato, lungo tutta la durata della relazione, il valore aggiunto della consulenza. La questione centrale per prevenire i rischi è definire i termini di una condotta adeguata dell’intermediario. Quattro i punti essenziali:

  • concentrarsi sulla sostanza del comportamento più che sul rispetto formale degli obblighi imposti dalla normativa, perché è alla sostanza che i giudici guardano e che il Mercato valorizza;
  • mantenere la tracciabilità della consulenza prestata nel tempo;
  • lavorare sulla formazione per costruire un percorso di adeguatezza (sia del prodotto offerto sia della propria condotta professionale) e consolidamento della reputazione;
  • collaborare con le imprese, anche in virtù delle norme contenute nella nuova Direttiva europea in tema di distribuzione dei prodotti assicurativi (IDD) e in particolare quelle riguardanti la Product Oversight Governance.

La prevenzione dell’infedeltà dei collaboratori va vista come stimolo all’organizzazione distributiva affinché controlli meglio le proprie risorse e abbia un approccio più efficace ed efficiente verso gli assicurati. Il confronto del CESIA sul rischio infedeltà ha portato a isolare tre linee guida:

  • mettere in atto le cautele necessarie in tutte le fasi della relazione con il collaboratore (reclutamento, gestione quotidiana e ispezioni periodiche),
  • vigilare particolarmente sulla distribuzione dei prodotti Vita a contenuto d’investimento finanziario;
  • stabilire un modello di organizzazione e gestione adatto all’attività che, per quanto possibile, distingua le attività operative da quelle di controllo.

Infine, le collaborazioni tra intermediari: un’opportunità per ampliare l’offerta e offrire al cliente un prodotto adeguato alle sue esigenze.

Tre i temi centrali:

  • la necessità di chiarire la filiera distributiva attraverso un’informativa pre-contrattuale che dia informazioni complete sul proponente, sull’emittente e sulla compagnia portatrice del rischio;
  • la responsabilità solidale, sancita dalla L. 221/2012, che può essere mitigata distinguendo chiaramente i ruoli tra proponente ed emittente con indicazione, in particolare, le procedure d’incasso, definite nell’accordo di collaborazione tra le parti;
  • le complessità introdotte dalla direttiva sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (per esempio, la distinzione tra execution only e consulenza) e la mancata integrazione della L.221/2012 nel Codice delle Assicurazioni Private, che potrebbe essere fonte di ambiguità.

L’analisi di quanto emerso nel primo anno di attività del CESIA porta ad alcune considerazioni. Negli anni recenti, ha rilevato Michaud, la normativa si è fatta più cogente e restrittiva rispetto all’attività degli intermediari e più tutelante per gli assicurati. Le nuove disposizioni impongono di dedicare più tempo alla compliance, rubando spazio al tempo che potrebbe invece essere dedicato ad una maggiore efficacia nel servizio al cliente, anche per una migliore assistenza. La filiera distributiva va insomma ripensata per conciliare la corretta applicazione delle norme con il tempo da dedicare alla relazione con il cliente.

Il nuovo scenario, secondo Michaud, pone agli intermediari diverse esigenze: una collaborazione più forte tra colleghi e con le compagnie; introdurre nuove regole di condotta ed essere propositivi verso i regolatori; rivedere i modelli organizzativi. Su questo il CESIA potrà dare un contributo d’idee e proposte. C’è, nello stesso tempo, anche un’opportunità: l’intermediario potrà far valere meglio la propria professionalità rispetto ad altri profili che operano nel mercato, a patto che le norme siano uguali per tutti.

Le regole di condotta e le responsabilità degli intermediari

Alla presentazione del Rapporto Annuale 2016 è intervenuta anche la professoressa Sara Landini, membro del Comitato Scientifico del CESIA, che ha parlato dei princìpi alla base del nuovo scenario normativo e delle conseguenze sull’esercizio dell’attività professionale. Sembra chiaro, ha detto tra l’altro Sara Landini, che il nuovo quadro richiami, nel complesso, la necessità per l’intermediario di dotarsi di un nuovo sistema di governo dell’attività e che le singole regole abbiano tendenzialmente natura prudenziale.

Nel nuovo scenario, ha osservato ancora Sara Landini, l’onere della prova è di fatto a carico dell’intermediario e l’assicurato può limitarsi a denunciare la violazione della norma. Siamo in presenza di un sistema normativo di regole di condotta che avvicina i settori del diritto delle assicurazioni, della banca e dell’intermediazione andando a comporre un quadro sempre più unitario.

Quale strategia dovranno adottare gli intermediari per affrontare il nuovo scenario? Focalizzare l’attenzione sulla sostanza dei comportamenti, ha detto Sara Landini, concludendo poi che la vera prevenzione è data oggi dalla conoscenza.

Che cosa cambierà con la nuova direttiva sulla distribuzione

La presentazione del Rapporto Annuale 2016 è stata seguita da una tavola rotonda sulle conseguenze, in termini di responsabilità civile professionale, della nuova direttiva europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (IDD). Al confronto hanno partecipato il professor Pierpaolo Marano, componente del Comitato Scientifico del CESIA, Josiane Dorfman, Responsabile Sinistri presso la capogruppo CGPA a Parigi, Nic De Maesschalck, Direttore del Bipar (European Federation Intermediaries of Insurance) e Andrea Dalla Villa, Responsabile Sinistri CGPA Europe in Italia.

Pierpaolo Marano ha evidenziato l’incertezza della situazione. La direttiva, ha rilevato il componente del Comitato Scientifico del CESIA, stabilisce un quadro minimo di riferimento lasciando ampio spazio alla normativa di recepimento degli Stati: bisognerà quindi vedere che cosa farà il legislatore italiano. La disposizione sulla consulenza stabilita dalla direttiva, ha osservato, è sicuramente insidiosa per gli intermediari e, più in generale, per la distribuzione assicurativa. C’è il rischio che nelle assicurazioni danni sia introdotto il medesimo concetto di consulenza adottato per i prodotti finanziari senza tener adeguatamente conto della differenza tra le due fattispecie.

Andrea Dalla Villa ha proposto un quadro dei sinistri registrati in Italia negli ultimi tre anni. L’analisi evidenzia che il mancato assolvimento dell’obbligo d’informazione e consulenza sta assumendo nel nostro Paese crescente importanza centrale e pesa ormai per un oltre un terzo (35%) nei sinistri di responsabilità civile.

Josiane Dorfmann, responsabile sinistri di CGPA, ha illustrato la situazione in Francia soffermandosi sulla centralità assunta dai giudici in materia di decisioni sul grado di competenza dei clienti e sul tipo di consulenza che deve essere loro offerto ed ha precisato che in Francia i sinistri derivanti dal mancato assolvimento dell’obbligo d’informazione e consulenza (il c.d. devoir de conseil) rappresentano i due terzi (66%) dei sinistri di responsabilità civile.

Nic De Maesschalck, direttore del Bipar, si è soffermato, tra l’altro, sui cambiamenti in atto nel mercato. La progressiva digitalizzazione, ha fatto notare, sta generando nuove attese in chi acquista un servizio assicurativo e gli intermediari sono quindi chiamati a cambiare il loro modo di comunicare. Secondo De Maesschalck è anche necessario guardare oltre l’IDD per capire che cosa sta accadendo. Negli ultimi anni, ha rilevato, sono stati emanati, a livello europeo, 23 nuovi strumenti normativi che direttamente o indirettamente interessano la distribuzione assicurativa. Cogliere i princìpi che stanno ispirando questa evoluzione è fondamentale per orientare la propria attività professionale.