di Maicol Mercuriali

Sarà anche una piccola Repubblica, ma l’Estonia, in fatto di innovazione tecnologica, è parecchio avanti. E da luglio, quando lo Stato baltico assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, chissà che non imprima un’accelerata alla digitalizzazione del Vecchio Continente.

Il premier Juri Ratas, classe 1978 e leader del partito centrista, ha già messo le mani avanti sotto questo punto di vista.

Ieri, quando ha ricevuto a Tallinn il primo ministro norvegese Erna Solberg, le ha fatto omaggio dell’e-residency, la residenza virtuale nella Repubblica, una sorta di carta d’identità digitale con cui anche un cittadino che vive fuori dai confini nazionali può comunque usufruire di tutti i servizi, pubblici e privati, offerti in Estonia. Una card molto importante per gli imprenditori, per esempio, e che ha aperto ulteriormente lo Stato agli investimenti esteri. Per esempio in campo immobiliare, ma anche con l’avvio di startup innovative, e pure il settore bancario ha beneficiato di questo. La e-residency è stata avviata il 1° dicembre del 2014 ed è stata ideata da Taavi Kotka, uno dei fondatori di Skype.

Con la collega norvegese il primo ministro estone ha parlato delle sue priorità per il Consiglio dell’Ue. Tra queste sviluppare un’Europa digitale e promuovere la libera circolazione dei dati. «Questa», ha spiegato, dovrebbe essere parte integrante del mercato unico europeo, un diritto fondamentale nell’Unione europea».

Oltre a temi come il rafforzamento della cybersecurity e le tecnologie It, l’Estonia metterà all’ordine del giorno la crisi migratoria e dei rifugiati, le questioni energetiche e climatiche. Temi che, rispetto all’Italia, nel Nord Europa sono vissuti e trattati con ben altra sensibilità.

Ratas si troverà ad affrontare anche la questione Brexit e i rapporti con Theresa May. E su questo ha le idee chiare: «Qui la cosa più importante per l’Estonia è mantenere l’unità e la decisività dell’Unione europea».

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