di Paola Valentini
«Guardando ai primi cinque mesi dell’anno, nei quali abbiamo registrato flussi per 2,9 miliardi di euro, e a giugno, che sta confermando tale trend, il bilancio della raccolta nel primo semestre appare sicuramente positivo e in linea con l’andamento dei risultati dell’anno scorso, chiuso con una raccolta totale di 6,5 miliardi». Sergio Albarelli, amministratore delegato di Azimut Holding, traccia un bilancio del primo semestre, che ha visto un continuo sviluppo del business del gruppo non soltanto in Italia ma anche a livello internazionale, dove la strategia di procedere per acquisizioni di piccola taglia ma ad alto potenziale inizia ad avere peso, come segnalano i numeri. Le masse riferite alle società estere hanno infatti superato il 20% del patrimonio totale di Azimut , pari a 46,8 miliardi a fine maggio dai 39,3 miliardi di un anno prima. «Nei prossimi mesi proseguiremo nel rafforzamento delle attività estere del gruppo, adotteremo un piano di razionalizzazione della gamma-prodotti, concentreremo ulteriori risorse e strumenti per il continuo miglioramento della parte operativa e dell’infrastruttura It», aggiunte l’amministratore delegato. Quanto all’Italia (dove Azimut rispetto allo scorso anno registra una maggiore concentrazione dei flussi dai consulenti finanziari già in struttura e una più ampia diffusione della raccolta fra più banker), «focalizzeremo l’attività commerciale su alcuni macro-progetti», anticipa Albarelli. «Tra questi ultimi rientrano i nostri fondi Pir che lanceremo a breve e che saranno caratterizzati da diverse componenti azionarie e dalla qualità della gestione Azimut ». Per quanto riguarda i progetti in cantiere per la seconda parte di quest’anno, in programma c’è anche «l’ampliamento dei servizi di consulenza evoluta Max e Max Fund con due nuove linee corporate ed equity che valorizzeranno il rapporto tra consulente e cliente anche in ottica Mifid II». Per la clientela di fascia alta resta, inoltre, il focus resta concentrato sulle soluzioni relative al mondo del non quotato e all’economia reale, a partire dal fondo chiuso Ipo Club, «che sta per promuovere i primi veicoli in cui investono soprattutto clienti high net worth (con elevate disponibilità, ndr)», ricorda l’amministratore delegato. Ipo Club ha raccolto oltre 120 milioni di euro tramite i canali distributivi del gruppo Azimut e ha coinvolto circa 100 investitori, di cui 70 imprenditori. Il fondo punta a investire in medie aziende da quotare in borsa. Prosegue infine, osserva Albarelli, l’attenzione «ai temi della sostenibilità, del value investing, per il quale sono in fase di lancio nuove soluzioni, e del welfare aziendale, settore in cui le potenzialità di crescita appaiono notevoli». (riproduzione riservata)
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