di Luigi Chiarello

Le insolvenze commerciali restano elevatissime nell’Eurozona; più alte del 70% rispetto ai livelli pre-crisi. In Italia è atteso un calo del 2%; scenario meno ottimistico rispetto alla diminuzione del 3% prevista a inizio 2016. Tendono a crescere, invece, le insolvenze in Uk e Usa, dove l’aumento atteso è del 2%. Stesso trend nei paesi in via di sviluppo a crescita sostenuta, i BRICs: le insolvenze sono in aumento in Brasile, Cina e Russia, ma calano in India

I rilevamenti sono di Atradius, player globale dell’assicurazione credito, cauzioni e servizi di recupero crediti in Italia e all’estero. Secondo il gruppo, dopo il balzo del 30% delle insolvenze commerciali registrato a livello mondiale nel 2009, l’anno in corso potrebbe confermarsi come il primo anno senza significativi miglioramenti di scenario per molte economie. Di più: spiega il gruppo in una nota che quella del 2016 sarebbe «una fase di assestamento dei tassi d’insolvenza su livelli alti, anche superiori del 70% rispetto agli scenari pre-crisi, come quelli registrati nell’Eurozona». Poche le eccezioni. Tra queste, Atradius rileva l’Olanda; qui la crescita economica prevista per il 2016 (+1,6%) e il 2017 (+2%) dovrebbe far calare drasticamente il livello delle insolvenze (-10% rispetto al 2015). Il sereno sembra tornare anche in Spagna (-10%) e Belgio (-5%). In Grecia e Portogallo, invece, il gruppo riassicurativo si attende una crescita dei tassi d’insolvenza commerciale, rispettivamente del 6% e del 4% rispetto allo scorso anno).

Fuori dall’Eurozona lo studio si aspetta una crescita lieve delle insolvenze (+2%), tanto in Gran Bretagna – a causa di una significativa contrazione della domanda dall’estero e delle incertezze legate al referendum sulla Brexit – tanto negli Stati Uniti – per via della contrazione degli utili derivanti dal comparto gas e petrolio e del ribasso sui prezzi delle materie prime a livello mondiale. Secondo Atradius queste pressioni, e le loro ripercussioni a livello economico, «potrebbero determinare un aumento dei tassi d’insolvenza commerciale anche in Australia (+6% rispetto allo stesso periodo del 2015), Canada (+4%) e Nuova Zelanda (+2%)». Restando a Oriente, Atradius si attende poi un calo delle insolvenze commerciali dell’1% in Giappone, dove già oggi i tassi sono inferiori del 60% rispetto ai livelli pre-crisi.

Più complicato, invece, lo scenario nei BRICs, dove la congiuntura economica segna il passo e lascia ipotizzare una crescita delle insolvenze nei prossimi mesi. In Cina si teme un’impennata tra il 2016 e il 2017, per via della lunga transizione verso un modello economico più orientato su servizi e consumo; un trend che rischia di trascinare in un vortice di mancati pagamenti anche le economie emergenti che più dipendono dal colosso cinese. L’orizzonte volge al peggio anche in Russia e Brasile, per via della contrazione delle rispettive economie: in Brasile è atteso un calo del 3,8% del pil, in Russia dell’1,3%. Dei BRICs si salva solo l’India, in cui la crescita economica viaggia a tassi superiori al 7% per il 2016. E si stima segni la stessa performance nel 2017. Di conseguenza, sembrerebbero scongiurati possibili aumenti delle insolvenze commerciali nei prossimi mesi.

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