Sintesi delle considerazioni del Presidente Salvatore Rossi

Lo stato di salute del mercato
Nel 2015 la raccolta premi cresce del 2,5% (150 mld, il 9% del PIL) trainata dal comparto vita e in particolare dalle polizze unit linked, i cui premi hanno raggiunto i 32 miliardi (22 miliardi nel 2014). Per le polizze vita tradizionali, a prevalente contenuto obbligazionario e con rendimenti minimi garantiti, i premi sono invece scesi a 76 miliardi (82 miliardi nel 2014).
La raccolta RCA si è ridotta ancora (-6,5%); la riduzione è da attribuire al calo dei prezzi, non dei volumi.
Gli attivi raggiungono i 700 mld. Nel confronto con gli altri Paesi europei, le compagnie italiane investono molto in titoli di Stato – il 45 per cento circa degli attivi – e meno in obbligazioni di imprese; negli acquisti di titoli di Stato preferiscono quelli italiani (94 per cento dei titoli pubblici in portafoglio sono emessi dallo Stato italiano)
Le compagnie comunque stanno aumentando la quota di investimenti in titoli corporate (cresciuti a 123 mld, il 23% del totale). L’accresciuta inclinazione delle compagnie assicurative verso le obbligazioni corporate si scontra però con i limiti dell’offerta nazionale. A emettere obbligazioni sono prevalentemente poche grandi imprese. Il nostro sistema finanziario rimane fortemente incentrato nel credito bancario.
Ancora marginali gli investimenti in minibonds.
La redditività (ROE) ha sfiorato lo scorso anno il 10 per cento nel comparto vita, ha oltrepassato il 7 nei danni.
Gli indici di solvibilità si mantengono su un livello più che doppio (2,4 volte) rispetto al requisito richiesto.

La persistenza di bassi tassi di interesse
Le imprese italiane sono state finora meno colpite dalla persistenza dei bassi tassi di interesse rispetto alle imprese degli altri paesi europei, grazie soprattutto a un miglior allineamento tra durate finanziarie dell’attivo e del passivo. Lo scarto fra durate finanziarie nel comparto delle polizze vita tradizionali è in Italia pressoché nullo e riflette politiche di investimento prudenti da parte delle nostre compagnie.
Il prossimo stress test EIOPA sarà un importante banco di prova e di “aggiornamento” della situazione. In prospettiva, non più rinviabile una riflessione e un confronto con l’industria su cosa poter fare, anche intervenendo sulle nostre regole, per rendere sostenibile l’offerta alla clientela di prodotti propriamente assicurativi (e non mere gestioni patrimoniali).

Solvency II
Possiamo essere soddisfatti dei risultati acquisiti finora ma la necessità di migliorare è ancora forte. Gruppi e imprese di minori dimensioni – non solo italiani, ma in tutta Europa – stanno trovando molto onerosi i necessari investimenti in capitale umano, tecnologico e organizzativo. Per i supervisori due le sfide: “livellare il campo di gioco il più possibile” (nonostante Solvency II, nonostante le numerose linee-guida e il patronage dell’EIOPA, restano ancora notevoli diversità di approccio e interpretative fra autorità nazionali); adoperarsi, d’intesa con le autorità europee, affinché la complessità del nuovo regime non venga “esasperata” al solo fine di ridurre l’assorbimento di capitale.

La rivoluzione tecnologica
La crescente diffusione delle tecnologie più recenti e l’utilizzo dei big data presentano opportunità e rischi. Non vanno trascurati gli impatti della “robotizzazione” sulle relazioni fra impresa e cliente, e sulle reti distributive tradizionali. Questi sviluppi offrono ai cittadini straordinarie opportunità di trovare sul mercato servizi finanziari più efficaci e meno cari, ma li espongono anche a rischi di varia natura, come la c.d. shadow insurance (attività parassicurative esercitate da soggetti non vigilati, come per shadow banking).

La protezione del consumatore
IVASS ha dato un notevole contributo alla nuova direttiva sull’intermediazione assicurativa. Qualche perplessità si ha sul c.d. KID Key information document, rendere sostanziale la trasparenza nei confronti dei consumatori è giusto, ma bisogna evitare pericolose distorsioni a discapito di alcuni prodotti. Fare riisultare alcuni prodotti, quelli assicurativi, come più rischiosi e cari di altri che hanno le stesse caratteristiche dal punto di vista dei risparmiatori, introduce pericolose distorsioni nei mercati.
Nel frattempo, abbiamo rivisitato la nota informativa che accompagna le polizze danni: un documento snello, nel quale sono riportate le sole informazioni essenziali per comprendere il prodotto e per confrontare le diverse offerte del mercato: 3 pagine per la copertura RC auto, 5 per un prodotto con coperture accessorie abbinate a questa.

RC Auto
“Il caso” non è ancora risolto ma i segnali di miglioramento si sono rafforzati ed estesi. Nel 2015 i prezzi unitari medi delle polizze sono ancora diminuiti, del 7,5 per cento. Il gap nei confronti dei principali Paesi UE (Francia, Germania e Spagna) continua a ridursi: è sceso dai 234 euro del 2011 ai 150 del 2015. Per la definitiva soluzione al problema occorrono interventi normativi e comportamenti da parte degli attori. IVASS ha realizzato l’Archivio Integrato Antifrode (AIA) che mette insieme un miliardo e mezzo di singole informazioni su veicoli, immatricolazioni, patenti, polizze, danneggiati, testimoni, periti. Se oggi possiamo stimare che l’attività antifrode delle compagnie abbia consentito una riduzione dei costi dei risarcimenti pari all’1,5 per cento dei premi, è legittimo attendersi molto di più per il prossimo futuro.

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