di Gigi Giudice

“Vi informo, con grande dolore, che Daniele De Strobel ci ha lasciato. Tutti voi sapete che è stato, per anni, il faro dell’attività della nostra Fondazione, nella sua qualità di direttore del Comitato Scientifico.
E’ stato lucido fino alla fine: la sua infermità è stata breve. Se ne andato dopo la cena di ieri sera (sabato), esalando l’ultimo respiro. Era consapevole che la sua fine era prossima e, come sempre, ha manifestato grande equilibrio, segno di una vita vissuta con pienezza e soddisfazione. Non sarà facile colmare una tale perdita, sia sotto il profilo umano che quello di studioso delle tematiche del diritto civile e, in particolare, quello assicurativo.”

Riporto il testo della comunicazione che Mauro Galbusera ha diffuso domenica mattina agli associati della Fondazione Severo Galbusera, che ha avuto proprio Daniele De Strobel fra i primissimi promotori, con l’incarico di “direttore del Comitato Scientifico”.

Chi lo ha conosciuto ritrova nel pur breve testo di Mauro Galbusera, che descrive la consapevolezza con cui ha concluso il suo percorso di vita, l’esatta impressione che Daniele De Strobel trasmetteva già al primo incontro. Un uomo serenamente dedito allo studio della aggrovigliata materia del diritto assicurativo. Cui si è dedicato dagli anni Quaranta del secolo scorso. Meravigliava l’attenzione e l’acutezza con cui, già ultranonagenario (era nato nel 1921), telefonava o mandava messaggi online per sollevare quesiti, sottolineare incongruenze legate appunto a quella che era una delle sue tante passioni.
Parlare di passione coniugata al diritto assicurativo sembra accostamento ardito o improbabile. Eppure De Strobel riusciva – attraverso le sue pubblicazioni, i suoi autorevoli interventi pubblici e nell’ambito associativo, oltre che nella conduzione – già citata – del Comitato Scientifico della Fondazione Galbusera, a trasferirla, a renderla plausibile ai molti suoi estimatori. Anche perché mostrava di unirne molte altre di passioni. A partire da quella per la qualità della vita. Un “bon vivant” che confessava – se fosse rinato – avrebbe scelto di dedicarsi meglio all’area umanistica. Che da sempre lo attraeva, mentre si contentava di cimentarsi in composizioni poetiche, alcune delle quali raccolte in preziose edizioni, arricchite da suoi disegni.
Mi aveva mostrato – nel corso di una visita nella sua bella casa veronese in Lungadige Catena – un testo nel quale, in forma narrativa, si era diffuso sui ricordi delle mille vicende di cui era stato protagonista. Una scrittura dalla quale si percepiva l’eleganza e la tipica allure di Daniele De Strobel. L’attenzione e la dedizione ai valori del lavoro fatto con cura e intelligenza, al vivere eticamente.
”…il mio mondo si chiude, in un caldo cerchio di luce, la lampada sul tavolino è accesa….”
E’ una frase dall’epilogo de“Il Taccuino di un poeta” un suo scritto, che vale come significativo sereno commiato.

Alla famiglia vadano il cordoglio della redazione di Assinews.

NOTA: Nel numero di Assinews del settembre del 2013 avevamo dedicato a Daniele De Strobel un profilo. Di cui è possibile prendere visione di seguito.

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