di Cinzia De Stefanis

Scheda di dimissioni ospedaliere sul modello europeo. Per accelerare i rimborsi nel caso di cure mediche sostenute all’estero ed evitare che essi siano solo parziali. Dopo il via libera del Consiglio di stato con il parere numero 00846/2016, è ormai in dirittura il decreto del ministero della salute recante modifiche e integrazioni del dm 27 ottobre 2000, n. 380, e successive modificazioni, concernente la scheda di dimissione ospedaliera (Sdo)». Con esso si porta avanti la costruzione di una base informativa, la Sdo appunto, riconosciuta in tutti i paesi dell’Unione europea, in Svizzera, nello spazio economico europeo (Norvegia, Islanda, e Liechtenstein) e nei paesi in convenzione, con i quali sono in vigore accordi di sicurezza sociale. Grazie a questa scheda uguale per tutti si rafforza il diritto dei pazienti all’assistenza sanitaria transfrontaliera, che comporta la messa a carico dello stato dei costi per la tutela degli assistiti.

Il decreto sulla Sdo conferisce al tema della mobilità sanitaria internazionale un impulso senza precedenti. L’apertura al libero mercato pone inevitabilmente in concorrenza i differenti sistemi nazionali, rappresentando al contempo un’opportunità di sviluppo e una sfida per il servizio sanitario nazionale (Ssn) dato il probabile aumento del flusso di pazienti che si sposteranno tra i paesi dell’Unione per ricevere cure e il corrispettivo impatto economico e organizzativo sulle risorse interne destinate all’assistenza sanitaria. Lo stesso offre un’opportunità a tutti i cittadini dell’Unione europea, garantendo loro una più ampia offerta di prestazioni, sancendo peraltro l’obbligo per gli stati membri di fornire al pubblico tutte le informazioni necessarie circa le procedure di rimborso e di autorizzazione, ma anche in merito agli standard di qualità e di sicurezza e all’affidabilità del prestatore di assistenza sanitaria attraverso l’istituzione di «uno o più punti di contatto nazionali» ad hoc per l’assistenza sanitaria transfrontaliera. La scheda di dimissione ospedaliera (Sdo), istituita con decreto del inistero della sanità del 28 dicembre 1991 e da compilare per tutti i pazienti dimessi dagli istituti di cura pubblici e privati, è parte integrante della cartella clinica, di cui costituisce una rappresentazione sintetica e fedele (insieme al registro operatorio, ossia il verbale di ogni intervento chirurgico), e nella sua nuova veste sarà finalizzata a consentire la raccolta sistematica, economica e di qualità controllabile, delle principali informazioni contenute nella cartella stessa, ossia di tutte le informazioni anagrafiche e cliniche rilevanti che riguardano un singolo ricovero ospedaliero di un paziente (in modo da poter ricostruire la «storia» della degenza del paziente all’interno di un istituto di cura dall’accettazione fino alla dimissione). Tutte condizioni necessarie affinché ciascuno stato (e dunque anche l’Italia) possa riconoscere in tempi stretti e non solo parzialmente i costi sostenuti e provvedere alla loro copertura.

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