di Lucio Sironi
Prosegue l’effetto Brexit sulle piazze europee, con cali medi attorno al 2%, mentre Wall Street è scesa in maniera più contenuta. La produzione industriale nell’Eurozona per il mese di aprile è salita dell’1,1% su base mensile e del 2% su base annua, ma ai listini non è bastato. Parigi è arretrata del 2,3%, Madrid del 2,1 e Londra del 2%, Zurigo dell’1,8 e Francoforte dell’1,4%. Come detto giù anche Wall Street dove l’indice Dow Jones è sceso dello 0,32% e il Nasdaq dello 0,1%. A livello macro i dati non brillanti relativi ai non farm payroll di maggio potrebbero frenare l’intenzione della Fed, riunita da ieri, di intervenire sui tassi alzandoli, suggerendo un rinvio. Sul fronte obbligazionario ieri i rendimenti dei Bund a dieci anni sono scesi per la prima volta sotto lo zero, mentre quelli dei Treasury a dieci anni sono sempre più vicini ai minimi del 2016. Petrolio a sua volta in calo per la quarta sessione consecutiva, il Wti ha ceduto 39 cent a 48,49 dollari al barile, dopo aver oscillato tra 48,02 e 49,69 dollari, e Brent giù di 75 cent a 49,6 dollari.

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto il 2,11% a 16.271 con scambi attorno a 2,64 miliardi di euro rispetto ai 2,51 del giorno prima. Banche sempre sotto pressione con nuove ondate di vendite, che hanno colpito ancora in particolare Banco Popolare e Bpm , giù del 6,5 (assieme a Banco Desio ) e del 5,2%, mentre Mediobanca ha perso circa il 3,8%, Bper e Mps del 2,8%, Ubi il 2,1 e Unicredit il 2%. Nel mirino anche il risparmio gestito (Contrarian a pagina 20) dove Banca Generali è scivolata del 6,3%, Anima e Banca Mediolanum del 4,5%, Finecobank del 2,6 e Azimut del 2,3%.

Tra gli assicurativi giù del 4,9% Unipol . Forti cali anche per altre blue chip, tra le peggiori Ynap in flessione del 4,3% e Telecom Italia del 3,8%, il cui ad Cattaneo ha acquistato titoli per quasi 380 mila euro portando il totale a 1,5 milioni di titoli in meno di un mese per un investimento di quasi 1,3 milioni. Tra i titoli più stabili di giornata, oltre a Poste (rubrica Il caso) anche Saipem , mentre Eni ha perso l’1,8% e Tenaris l’1,3%. Gli arretramenti non hanno risparmiato le utility e anche ieri la romana Acea ha lasciato sul terreno il 4,7%. Sul resto del listino segni meno significativi per Igd (-6,7%), Sogefi (-5,6%) , Astaldi (-4,3%) e Saras (-3,9%).

In controtendenza Fincantieri , salita del 5,9% a 0,362 euro dopo il -7,4% del giorno prima, sull’ipotesi di vittoria, in tandem con Leonardo (-2,3%), di una commessa di circa 5 miliardi in Qatar. Sull’Aim ancora uno scivolone di Gala , -11,2%, sceso sotto quota 2 euro, perdite oltre il 5% per Digital magics e per Triboo . (riproduzione riservata)
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