Banca Popolare di Milano sta valutando «le migliori soluzioni al fine di ottemperare, nei tempi e nei modi ritenuti più opportuni, all’impegno riguardante la quota complessivamente eccedente della soglia dell’Opa sul capitale di Anima H. che la Consob ha fissato al 25%». In sostanza, Bpm, dopo i paletti della Consob, sta valutando se cedere una quota in eccesso di Anima per non far scattare l’offerta pubblica di acquisto, oppure lanciare l’Opa. È quanto si apprende da una nota relativa all’acquisto di Poste Italiane di una quota del 10,3% detenuta da B.

Mps in Anima H. e al subentro di Poste in ogni diritto e obbligazione della banca senese ai sensi del patto parasociale riguardante le azioni Anima originariamente sottoscritto il 5 marzo 2014 fra la stessa Mps e Banca Popolare di Milano (titolare di una partecipazione in Anima del 16,8%).

Il comunicato fa anche riferimento all’impegno di Bpm a cedere «a terzi che non siano qualificabili come parti correlate di Bpm e Poste la partecipazione complessivamente eccedente le soglie indicate» dal Tuf entro e non oltre 12 mesi dalla data del perfezionamento della cessione a Poste delle azioni Anima detenute da Mps e a non esercitare nel frattempo i diritti di voto afferenti alla partecipazione complessivamente eccedente detta soglia. Quest’ultimo impegno sarebbe divenuto automaticamente inefficace qualora Consob, alla quale era stato sottoposto specifico quesito, avesse ritenuto che non sussistesse in capo agli aderenti al patto parasociale un obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto totalitaria su azioni Anima. Ma, come detto, Consob si è espressa ritenendo applicabile per Anima la soglia Opa del 25% del capitale. Da qui è scattata la decisione della Banca Popolare di Milano di vagliare soluzioni per quota Anima H. oltre soglia Opa.

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