Il 29 e 30 maggio, a Lucca, si è svolto il quarantaduesimo Congresso Nazionale dell’Unione Europea Assicuratori. Sabato mattina si è tenuto il secondo Convegno “Uea per l’Expo” dedicato ai rischi di due filiere simbolo della Toscana: il vino e l’olio extra-vergine d’oliva. Sabato pomeriggio, l’assemblea dei soci ha visto la partecipazione dei partner Uea e la lettura della relazione annuale del presidente Roberto Conforti.

Sono stati due giorni intensi che hanno visto la partecipazione di tutti i consiglieri, di gran parte dei delegati distrettuali e dei soci, provenienti da tutta Italia, e un forte coinvolgimento del territorio e delle sue istituzioni economiche, in primis Confindustria Lucca che – oltre a patrocinare l’iniziativa, insieme alla Regione Toscana, la Camera di Commercio e i Comuni di Lucca e Capannori – ha ospitato l’intero svolgersi dei lavori congressuali.  

Il convegno: “Il trasferimento al sistema assicurativo dei rischi della filiera dei prodotti enogastronomici di qualità” 
Ad aprire il secondo convegno “Uea per l’Expo” è stato il vicepresidente Uea Francesco Barbieri che ha sottolineato il ruolo di trait d’union di Uea tra il sistema assicurativo e il mondo imprenditorale e ha chiarito l’importanza “operativa” di questo ciclo di eventi-laboratorio finalizzati a dotare gli intermediari professionali di strumenti immediatamente spendibili nella gestione dei rischi delle filiere trattate. Dopo il saluto del delegato distrettuale Uea della Toscana, Gianfranco Chiti, ha preso la parola Claudio Romiti, direttore dell’Associazione degli Industriali della Provincia di Lucca che ha esplicitato la particolare consonanza del mondo confindustriale rispetto alle tematiche oggetto del convegno e il comune duplice obiettivo: tutelare e promuovere il Made in Italy contrastando il fenomeno dilagante della contraffazione e dell’Italian Sounding.
Proprio questo tema ha dato avvio alla relazione della consigliera Uea Anna Fasoli che ha così aperto i lavori: “I prodotti agroalimentari hanno acquistato una rilevanza sempre più strategica nel mondo, muovendo capitali enormi e innescando un mercato illegale ancora maggiore, pari a circa 60 miliardi di euro, ossia tre volte il valore dei beni originali esportati. Federalimentari ha stimato che nei soli Stati Uniti e Canada  il 97% dei sughi per la pasta è rappresentato da imitazioni, sono fasulli il 76% dei pomodori in scatola e il 94% delle conserve sottolio o sottaceto. Il fenomeno della contraffazione richiede uno sforzo sinergico: un’operazione culturale volta ad evidenziare le ripercussioni sociali di questa tipologia di danno e soluzioni innovative per contrastarla anche sul piano assicurativo, con coperture ad hoc per l’agroalimentare”. 
Un aspetto cruciale per la sicurezza degli alimenti è stato assunto, soprattutto negli ultimi anni e grazie ai nuovi regolamenti comunitari, dall’etichettatura obbligatoria, uno strumento fondamentale per la tutela dei consumatori a cui le aziende – come ha efficacemente ricordato Mario Cipriano, delegato distrettuale Uea – devono prestare particolare attenzione. “Un’etichetta difettosa o una  contaminazione determinatasi in qualunque punto della filiera produttiva impone all’azienda il ritiro del prodotto e può causare una prolungata interruzione di attività, nonché un grave danno di reputazione. Tutte fattispecie che devono essere preventivamente valutate, stimate e trasferite tramite un piano organico di coperture assicurative”.
Ma in una società sempre più digitale e interconnessa, “il rischio dei rischi” per le aziende del settore è certamente quello di natura reputazionale, soprattutto – ha chiarito Giuseppe Villa, consigliere Uea – per le imprese di piccola dimensione che non possiedono gli strumenti interni per fronteggiare adeguatamente una crisi che va gestita tempestivamente ed efficacemente su più fronti. In questo senso il ruolo del mondo assicurativo è da un lato quello di creare una cultura del rischio etica, consapevole e volta a far comprendere al management l’importanza di processi e strutture che tutelano i valori intangibili; dall’altro quello di sviluppare garanzie specifiche di crisis mitigation e financial loss.  

Dopo la prima parte di taglio prettamente assicurativo, la seconda sessione del convegno ha approfondito gli aspetti più propriamente tecnico-microbiologici delle due filiere-focus, grazie agli interventi del prof. Andrea Pulvirenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Per quanto riguarda l’olio extra-vergine d’oliva, Pulvirenti ha spiegato il funzionamento dei “nasi elettronici”, dispositivi tecnologici che consentono di rilevare eventuali contaminazioni all’interno degli oli  extra-vergine d’oliva; mentre sul fronte dei vini ha portato i risultati di una ricerca sperimentale sui lieviti starter per l’induzione della fermentazione e le loro proprietà di assorbimento delle micotossine.  Infine dai due testimonial dei produttori, Mario Rocchi – capo della sezione Alimentari vari dell’Associazione Industriali di Lucca e contitolare dell’oleificio Rocchi – e Moreno Petrini – titolare della Tenuta di Valgiano e presidente del Consorzio Colline Lucchesi – è arrivato un significativo appello al mondo assicurativo affinché si qualifichi sempre più come partner delle aziende, con competenze specialistiche mirate rispetto ai rischi propri delle diverse filiere.      

L’assemblea dei soci e la relazione annuale del Presidente
L’assemblea dei soci Uea, oltre alla condivisione degli aspetti di bilancio e al saluto dei partner Uea, ha visto la lettura della relazione annuale del presidente Roberto Conforti che ha inteso proporre un’analisi complessiva del quadro economico e burocratico-normativo all’interno del quale si muovono gli intermediari professionali, per poi commentare le attività convegnistiche e pubblicistiche che attualmente impegnano l’Associazione e le iniziative che la vedranno protagonista nel prossimo futuro. 
Conforti ha in particolare analizzato alcuni elementi che connotano il mercato assicurativo: l’ipertrofia dell’impianto legislativo e fiscale – forte di 350.000 Leggi e Regolamenti di Attuazione – e di un impianto sanzionatorio sproporzionato persino rispetto al Codice Penale; e la tutela solo formale del consumatore attraverso la predisposizione di contratti incomprensibili, voluminosi incartamenti e l’imposizione di decine di firme poste in calce a clausole che nessun consumatore legge e capisce. Una finta “protezione” che arreca un doppio nocumento ai consumatori, perché non tutela i loro diritti e perché costituisce uno dei principali ostacoli al dispiegarsi di una vera e proficua concorrenza del nostro mercato. 
Da queste considerazioni si è poi dispiegata la disamina della Campagna Uea contro il servizio assicurativo, prima nei confronti dei “sedicenti comparatori” di polizze on line e ora nei riguardi “di chi si improvvisa abusivamente intermediario assicurativo o previdenziale, proponendosi, inopinatamente, quale gestore professionale di rischi altrui (pensione, risparmio, vita, sanità, infortuni). Ieri come oggi, la motivazione che ha spinto Uea a battersi contro la disintermediazione, tanto nell’ambito della Rc auto – impropriamente considerata una commodity – quanto in quello della salute e della previdenza, è una e una soltanto: tutelare i diritti e non i torti, affinché la legalità, anche in questo Paese, non sia sempre un optio
nal”.
Ancora, la seconda parte della relazione si è concentrata sui workshop Uea del 2015 e in particolare, su un tema cardine di cui – ancora una volta come unica voce del mercato – Uea si è fatta interprete: la compliance di Agenzia e il D.Lgs 231/2001 che, pur nell’indifferenza generale, riguarda molto da vicino le Agenzie di assicurazione. “Questo per farvi capire come Uea non solo continui a porsi come pungolo (talvolta scomodo) del mercato, ma si faccia carico di dare risposte concrete e complete a tutti coloro che hanno scelto di vivere il mestiere di Agente in modo etico, responsabile e professionale”.