La holding ha inoltre invitato a votare no all’intesa già siglata dal cda con Axis, una trattativa che se invece andasse in porto garantirebbe ai membri del board della società Usa bonus importanti

di Luciano Mondellini

Non accenna ad attenuarsi l’intensità dello scontro tra Exor e il cda di PartnerRe per il controllo della società di riassicurazione con sede nelle Bermuda. Ieri, dopo il secondo no datato 1 giugno del board di PartnerRe all’offerta da 6,8 miliardi di dollari della holding italiana, la cassaforte di casa Agnelli ha sferrato una nuova offensiva in vista dell’assemblea del 24 luglio in cui i soci di PartnerRe dovranno decidere se dare il via libera alla fusione della società delle Bermuda con il fondo statunitense Axis Capital, così come raccomandato dallo stesso cda di PartnerRe.

Rifiutando quindi l’offerta della holding piemontese, che è già il primo azionista della società di riassicurazione quotata a New York con circa il 9,8% del capitale.

In una nota pubblicata ieri, Exor ha infatti reso noto di avere depositato presso la Sec i documenti definitivi per sollecitare gli azionisti di PartnerRe «a votare contro l’inferiore operazione con Axis Capital». Inoltre, elemento che alza decisamente i toni della battaglia, Exor si è rivolta al Tribunale delle Bermuda per chiedere che venga reso noto l’elenco dei beneficiari effettivi delle azioni PartnerRe dopo il rifiuto della società di riassicurazioni di condividere la lista completa dei soci presenti nel capitale. La società presieduta da John Elkann ritiene infatti che «gli azionisti di PartnerRe debbano avere l’opportunità di valutare compiutamente la proposta di Exor ed è determinata a fare in modo che gli azionisti di PartnerRe possano esercitare i loro diritti e assumere una decisione informata, basata sui fatti, circa il futuro di PartnerRe».

Exor ha inoltre definito fuorviante quanto fatto notare dal cda di PartnerRe per bocciare l’offerta della holding italiana che ha ribadito ancora una volta «i benefici» della sua proposta estesa ieri nel tempo fino al 26 luglio, ovvero due giorni dopo l’assemblea degli azionisti di PartnerRe.

Nel dettaglio, la nota della holding illustra i vantaggi per i soci ordinari di PartnerRe dell’offerta italiana: un premio del 10% rispetto al valore implicito dell’operazione Axis, certezza di una proposta interamente in denaro, con il pagamento di dividendi fino al perfezionamento dell’operazione, una procedura veloce che si prevede di completare entro la fine del 2015. Invece per i soci privilegiati i vantaggi derivano dall’avere in portafoglio titoli di una società finanziariamente solida, senza modifiche del proprio livello di indebitamento e nessun cambiamento del loro status. Inoltre, aggiunge la nota di Exor, l’offerta italiana prevede la sicurezza derivante dall’impegno di attuare una politica di distribuzione del capitale più prudente sia rispetto a quella adottata precedentemente da PartnerRe, sia rispetto a quella prospettata dalla transazione con Axis, senza pagamenti di dividendi o distribuzioni straordinarie.

In serata è invece arrivata la risposta, di ghiaccio, del cda di PartnerRe. Le richieste di Exor sono «senza merito. Abbiamo adempiuto ai nostri obblighi sulla divulgazione delle informazioni degli azionisti in base alla legge delle Bermuda e a quella statunitense. Abbiamo intenzione di difenderci e abbiamo fiducia nel fatto che la richiesta sarà respinta» dai nostri soci, ha fatto sapere il board di PartnerRe che ritiene illegittime le richieste di Elkann.

Sullo sfondo di questa battaglia ci sono poi le indiscrezioni rese note da Business Insider: David Zwiener, ceo di PartnerRe, avrebbe il diritto di ricevere 3,5 milioni di dollari cash qualora andasse in porto la transazione con Axis Capital oltre a ulteriori benefit non quantificati. Bonus che Zwiener non riceverebbe se invece si chiudesse la transazione con Exor. Inoltre Zwiener ha ricevuto stock grant dal valore di 1,5 milioni di dollari che gli verranno conferite il 30 aprile 2016 o non appena si chiuderà l’operazione tra Axis Capital e PartnerRe. Un particolare non da poco che Exor ritiene di utilizzare per spiegare perché il cda di ParrtnerRe perseveri nella sua convinzione che l’offerta di Axis è migliore nei confronti di quella della holding italiana (riproduzione riservata)