Il consiglio della società obiettivo invita i soci privilegiati a esprimersi in favore di Axis, ma la holding italiana replica: indicazioni dettate da interessi personali del board

di Luciano Mondellini 

Il muro contro muro tra il cda del riassicuratore PartnerRe e Exor che nei giorni scorsi ha offerto 6,8 miliardi di dollari per la società di riassicurazione ha avuto ieri un nuovo giorno di fuoco. In mattinata in un comunicato depositato ieri alla Sec il cda di PartnerRe (che è quotata alla borsa di New York) ha ribadito la raccomandazione in favore della fusione con Axis Capital invitando in particolare i soci in possesso di titoli privilegiati a votare a favore dell’offerta concorrente a quella della holding piemontese.

Il comunicato ha spiegato che «l’integrazione con Axis creerà una società più forte, con utili più diversificati, minore volatilità e un profilo di business migliore per sostenere la sicurezza e il valore delle azioni privilegiate PartnerRe», mentre «la proposta di Exor riduce il valore delle azioni privilegiate PartnerRe». Nel documento il cda ha indicato che il progetto con Axis è da preferirsi a quello con Exor in quanto «tutela i soci delle privilegiate e i loro dividendi, oltre a migliorare il profilo finanziario della società e consolidare la forza del rating di PartnerRe ed Axis Capital, a cui Standard and Poor’s ha attribuito un rating A- e A+». Se si concludesse l’operazione con PartnerRe, ha continuato la nota, «il cda della società ha fiducia che il nuovo gruppo manterrà gli attuali e forti rating». 
Non solo, ma a seguito della fusione con Axis «le azioni privilegiate conserveranno la loro trading liquidity e i soci privilegiati avranno un voto di valore che sarà mantenuto dopo la fusione». Invece una eventuale vendita a Exor sarebbe svantaggiosa, ha affermato la nota, in quanto «i soci privilegiati non trarranno vantaggio dall’offerta cash di Exor di 137,5 dollari per ogni azione PartnerRe. Inoltre i rating di Exor sono più bassi (BBB+) e hanno un outlook negativo. L’acquisizione eserciterebbe po una forte pressione sulla leva finanziaria di Exor», mentre «esiste un grande rischio che il rating delle azioni privilegiate possa essere declassato a seguito della vendita a Exor, la valutazione delle azioni privilegiate potrebbe diminuire se sarà realizzata l’operazione con Exor e il valore delle azioni privilegiate sarà reso nullo a seguito della transazione con la holding italiana».

In serata è arrivata la replica durissima di Exor, che ha inviato una lettera ai soci di privilegio di PartnerRe sollecitandoli a votare contro l’offerty di Avis ritenuta «inferiore e strutturata da alcuni membri del board con significativi interessi personali» nello stipulare quell’intesa. In particolare, ha spiegato Exor in una nota, «nella transazione proposta da Exor le azioni privilegiate di PartnerRe rimarranno in circolazione esattamente come nella transazione con Axis, ma all’interno di una società più solida e più sicura, in grado di meglio proteggere l’investimento degli azionisti privilegiati. Senza alcuna modifica al livello di indebitamento di PartnerRe e una politica di distribuzione di capitale più conservativa rispetto ai recenti esercizi, si prevede che PartnerRe mantenga l’attuale rating BBB delle proprie azioni privilegiate».

Non solo, ma la nota ha proseguito informando che PartnerRe ha presentato ai propri azionisti un’operazione inferiore nella forma di una proposta di fusione con Axis, che è stata strutturata da alcuni membri del consiglio di amministrazione di PartnerRe, nello specifico il Transaction Committee, che trarranno vantaggio personale e finanziario da tale operazione. Insomma, il muro contro muro è evidente ormai e il tutto si risolverà nell’assemblea del 24 luglio che dovrà decidere il destino di PartnerRe. Intanto bisogna notare inoltre che Exor nel weekend è andato incontro a una piccola sconfitta in questa battaglia. La Corte Suprema delle Bermuda ha detto no alla richiesta di Exor di imporre a PartnerRe di rendere noti i nomi presenti nel capitale del riassicuratore americano. (riproduzione riservata)