Pagine a cura di Carla De Lellis  

Farsi la pensione da sé costa sempre di più. Per coprire un anno di contributi, pagando da sé i contributi volontari, l’ex lavoratore dipendente deve sostenere una spesa di 2.909 euro se è stato autorizzato entro il 31/12/1995, di 3.341 euro se autorizzato è in data successiva. L’aumento è minimo rispetto all’anno scorso (2014), quando la spesa è stata rispettivamente di 2.903 euro (+6 euro) e di 3.372 euro (+59 euro). Un aumento dovuto, principalmente, alla consueta lievitazione delle retribuzioni di riferimento, aggiornate dello 0,2% (l’anno scorso dell’1,1% e del 3% nel 2013) per via dell’inflazione, come reso noto dall’Inps nella circolare n. 57/2015, in vista della prima scadenza di pagamento fissata al 30 giugno per il trimestre gennaio/marzo.

Importi più alti per il 2015. La volontaria coinvolge poco meno di due milioni di ex lavoratori (interessate soprattutto le donne) che hanno scelto di continuare l’assicurazione previdenziale pagando in proprio, con lo scopo di maturare comunque il diritto alla pensione. Ma costa di più «farsi» una pensione da soli: ogni anno aumentano le somme da versare per l’adeguamento al tasso Istat, ma anche perché aumentano le aliquote di contribuzione (è il caso degli ex artigiani ed ex commercianti).

Lavoratori dipendenti. Per i lavoratori dipendenti l’importo del contributo volontario da pagare si ottiene applicando alla retribuzione di riferimento (tale è quella media dell’ultimo anno di lavoro), l’aliquota contributiva vigente per la contribuzione obbligatoria. Tale aliquota è oggi pari al 27,87% per i soggetti autorizzati alla contribuzione volontaria entro il 31/12/1995 e al 32,87%, per le autorizzazioni in epoca successiva; in entrambi i casi va rispettato il minimale che è pari a 200,76 euro su base settimanale. Per esempio, per il 2015, con il minimale di retribuzione settimanale pari proprio a 200,76 euro (rappresenta il minimo da prendere in considerazione laddove la retribuzione media effettiva delle ultime 52 settimane risulti d’importo inferiore) il contributo risulterà pari a 55,95 euro settimanali per i soggetti autorizzati sino al 31/12/1995 e a 65,99 euro settimanali per chi è stato autorizzato dal 1° gennaio 1996 in poi. Ciò significa, su base annua, una spesa minima di 2.909,40 euro (55,95 per 52 settimane) per chi è stato autorizzato entro il 31/12/1995 e di 3.341,48 euro (65,99 per 52 settimane) se l’autorizzazione è successiva.

Artigiani e commercianti. I contributi volontari per i lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) si determinano applicando le aliquote stabilite per il versamento dei contributi obbligatori al reddito medio di ciascuna delle previste otto classi di reddito (in tabella i valori). Per esempio, un artigiano con 12 mila euro di reddito medio, poiché rientra nella prima classe di reddito (quella che include tutti i redditi fino all’importo limite di 15.548 euro), dovrà versare quest’anno un contributo volontario mensile di 293,47 euro (287,05 euro nel 2014) ovvero di 254,60 euro (248,26 euro nel 2014) se ha meno di 21 anni (aliquota agevolata), che significa su base annua 3.521,64 euro (3.444.60 euro nel 2014) ovvero 3.055,20 euro (2.979,12 nel 2014). Il commerciante con lo stesso reddito pagherà un po’ in più, per via dell’addizionale contributiva dello 0,09%, ossia un contributo volontario mensile di 294,63 euro (288,21 euro nel 2014) ovvero di 255,76 euro (249,42 euro nel 2014) se ha meno di 21 anni, che significa su base annua 3.535.56 euro (3.458,52 euro nel 2014) ovvero 3.069,12 euro (2.993,04 euro nel 2014).

Lavoratori parasubordinati. I contributi volontari dovuti dagli iscritti alla gestione separata Inps (i parasubordinati, come i co.co.pro. e i professionisti senza cassa) si determinano applicando all’importo medio dei compensi percepiti nell’anno precedente la data della domanda di autorizzazione all’Inps, l’aliquota pensionistica di contribuzione obbligatoria prevista per i soggetti privi di tutela previdenziale, nel rispetto del minimale di legge (lo stesso minimale previsto per gli artigiani e i commercianti). Ciò significa che per l’anno 2015 (anno per il quale il minimale annuo è pari a 15.548 euro e l’aliquota pensionistica è pari al 27% per i professionisti e al 30% per le altre categorie di lavoratori) l’importo minimo dovuto è pari a 4.197,96 euro (4.189,32 euro nel 2014) nel primo caso (aliquota del 27%) e pari a 4.664,40 euro (4.344,48 euro nel 2014) nel secondo caso (oggi aliquota del 30%, nel 2014 del 28%). Su base mensile il contributo dovuto è pari a euro 349,83 (349,11 euro nel 2014) a chi versa il 27% e a euro 388,70 (362,04 euro nel 2014 quando l’aliquota era al 28%) a chi versa il 30%.

Lavoratori domestici. Tra gli interessati alla volontaria ci sono anche gli ex lavoratori domestici, i quali quest’anno pagano 26,09 euro (26,04 euro nel 2014) la settimana (anche per loro non esistono classi di contribuzione) oppure 34,99 euro (34,92 euro nel 2014) se l’autorizzazione è successiva al 31 dicembre 1995.

Il massimale contributivo. Anche per i contributi versati volontariamente è previsto un massimale contributivo. In particolare, tale massimale ricorre esclusivamente in caso di lavoratori cosiddetti «nuovi» iscritti all’Inps, ossia iscritti dal 1° gennaio 1996 (i lavoratori già iscritti all’Inps a tale data, per contro, sono definiti «vecchi» iscritti): a) i lavoratori «vecchi» iscritti non incontrano limiti massimi al versamento di contributi volontari, qualunque sia l’importo della retribuzione di riferimento; unica variabile è che, nel caso in cui la retribuzione annua di riferimento superi euro 46.123 (46.031 euro nel 2014), devono versare un’aliquota aggiuntiva dell’1% sulla quota eccedente i 46.123,00 euro; b) i lavoratori «nuovi» iscritti (nonché quelli «vecchi» iscritti ma che abbiano fatto opzione per il sistema contributivo di calcolo della pensione) incontrano il limite massimo al versamento dei contributi volontari con riferimento alla retribuzione pari, per il 2014, a 100.324 (100.123 euro nel 2014).