Nel mese di aprile la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extra-U.E., comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a € 9,6 mld, in linea con il trend positivo osservato da inizio anno e in crescita del 19,5% rispetto allo stesso mese del 2014; da gennaio i nuovi premi emessi hanno raggiunto € 38,2 mld, il 24,0% in più rispetto ai primi quattro mesi del 2014.

E’ quanto riporta la statistica mensile di ANIA Trends.

Considerando anche i nuovi premi del campione delle imprese U.E., pari a € 1,5 mld, in aumento del 39,7% rispetto a quelli raccolti nel mese di aprile 2014, i nuovi affari vita complessivi nel mese sono stati pari a € 11,2 mld (+22,0% rispetto allo stesso mese del 2014), mentre da inizio anno hanno raggiunto € 44,4 mld, il 26,1% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di aprile i premi di ramo I afferenti a nuove polizze individuali sono stati pari a € 6,0 mld (il 63% dell’intera nuova produzione vita) registrando, per il secondo mese consecutivo, una raccolta in lieve diminuzione (-4,3%) rispetto ad aprile 2014, seppur in ripresa in termini di volume premi rispetto agli ultimi cinque mesi dell’anno precedente. Da inizio anno, i premi di ramo I sono ammontati a € 25,0 mld, in linea con quelli raccolti nello stesso periodo dell’anno precedente. Analoga raccolta di aprile 2014 si è registrata per la nuova produzione di polizze di ramo V, pari a € 217 mln (il 2% dell’intera nuova produzione), mentre da inizio anno si evidenzia una crescita sostenuta del 68,6% rispetto ai primi quattro mesi
dell’anno precedente, per un volume premi di € 1,4 mld.
La restante quota della nuova produzione vita, pari al 35%, ha riguardato i premi di ramo III (esclusivamente di tipo unit-linked) che anche nel mese di aprile hanno confermato un forte incremento, raddoppiando il loro ammontare rispetto ad aprile 2014 e raggiungendo € 3,4 mld di nuovi premi emessi nel mese, € 11,9 mld da inizio anno.
I contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali, pari a € 86 mln, sono risultati in aumento dell’8,5% rispetto ad aprile 2014. Il numero totale delle nuove polizze/adesioni da inizio anno è stato pari complessivamente a 1,4 mln, in aumento del 9,0% rispetto ai primi quattro mesi del 2014.

Il 74% delle imprese del campione statisticato, rappresentative del 71% del mercato in termini di premi, ha registrato da gennaio una raccolta superiore a quella dell’analogo periodo del 2014 e che il 54% delle imprese (per una quota premi pari al 56%) ha ottenuto un risultato migliore rispetto alla variazione media registrata da tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (+24,0%).
La modalità di versamento a premio unico ha continuato a costituire la scelta maggiormente utilizzata dai contraenti per una quota pari al 95% del totale in termini di premi e al 59% in termini di numero di polizze; sempre da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di circa € 43.100 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto il valore medio di € 2.350 e € 4.300. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti posta convenzionalmente pari a 10 anni – l’incremento del volume premi da inizio anno passerebbe dal
24,0% al 25,7%.
La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti bancarie, postali e finanziarie, alle quali afferisce l’89% dei nuovi premi emessi da inizio anno. La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le suddette reti abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti agenziali raccolgano anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti bancarie, postali e finanziarie passa dall’87% all’83% mentre quella afferente alle reti agenziali sale dal 12% al 17%.