di Anna Messia

Il focus di Generali  resta puntato sull’Europa, come annunciato di recente dal group ceo Mario Greco nell’ultimo Investor Day a Londra. Ma, anche se il primo impegno del colosso assicurativo nei prossimi anni sarà quello di diventare leader europeo nel mercato retail, i mercati ad alti tassi di sviluppo, come Asia o Sud America, resteranno importanti per il Leone. In questo senso va interpretato il potenziamento della compagnia ad Hong Kong, dove la storica branch di Generali , organizzata con un ufficio di rappresentanza, è stata appena trasformata in società. Il disco verde arrivato dall’Ivass, l’autorità di controllo del settore, ha consentito in particolare che venisse acquisita la partecipazione di controllo nel capitale sociale della costituenda società Generali  Life Hong Kong Limited per il tramite della controllata Generali  Asia. Il riassetto societario ha fatto seguito, a breve distanza, a una riorganizzazione manageriale. Lo scorso aprile infatti Jack Howell è stato nominato nuovo responsabile dei dieci mercati asiatici in cui il gruppo è presente, inclusi Indonesia, Filippine, Vietnam e appunto Hong Kong. Howell, con un passato in Aig e alla guida di Prudential Vietnam, ha preso il posto di Sergio Di Caro, che dal 1° gennaio scorso era stato chiamato invece al vertice del segmento Employee Benefits di Generali .

In Asia, Generali  ha raggiunto quota 1 miliardo di euro di premi e in Cina, in particolare, la compagnia è una delle principali assicurazioni estere presenti nel Paese nel segmento Vita. L’attenzione di Generali  per i mercati asiatici, del resto, è stata anche dimostrata dalla recente acquisizione del 49% della compagnia Danni malese Mpib, completata a maggio scorso con un esborso di 81,4 milioni di euro. La società malese nel 2013 aveva registrato una raccolta premi di 138 milioni, pari a una quota di mercato del 3,4%, piazzandosi tra i primi dieci gruppi del Paese. E gli accordi danno a Generali  anche la possibilità di esercitare, fra due anni, un’opzione di acquisto su un ulteriore 21% del capitale, che porterebbe la quota del Leone in Mpib al 70%, il massimo consentito alle imprese straniere in Malesia. Intanto però i patti prevedono che il Leone possa nominare direttori e manager chiave della compagnia, che verranno designati nei prossimi mesi, una volta ricevuto il via libera delle autorità locali. (riproduzione riservata)