Pagina a cura di Valerio Stroppa 

Conti correnti senza più segreti tra Italia e Stati Uniti. Entro il prossimo 30 settembre sarà messo in atto il primo scambio automatico di informazioni finanziarie tra le autorità fiscali dei due paesi. A tale scopo banche, Poste, sim, sgr, fiduciarie, Oicr e assicurazioni residenti dovranno in prima battuta identificare tra i propri clienti gli investitori statunitensi. Poi scatterà la comunicazione all’Agenzia delle entrate delle informazioni relative a tali conti. Roma, a sua volta, trasmetterà i dati a Washington, che farà altrettanto con riferimento ai conti detenuti negli Usa da contribuenti fiscalmente residenti in Italia.

È quanto prevede la legge Fatca (Foreign account tax compliance act), l’incisiva normativa antievasione approvata nel 2010 dall’amministrazione Obama e che, dopo un anno di lavori, ha trovato il via libera definitivo del parlamento italiano il 3 giugno scorso. Il provvedimento ratifica l’Accordo intergovernativo tra i due paesi, firmato il 10 gennaio 2014. Ora, dopo che la legge sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, dovranno essere emanati il relativo decreto attuativo del Mef (già definito e pubblicato in bozza dal Dipartimento finanze) e il provvedimento delle Entrate che fisserà le modalità operative della cooperazione.

In attesa che lo scambio automatico previsto dal Common reporting standard dell’Ocse vada a regime su scala mondiale, il Fatca rappresenta il primo caso di scambio automatico effettivo dopo la «dichiarazione di guerra» ai paradisi fiscali proclamata dal G20 nel 2009.

A livello internazionale gli adempimenti Fatca volti al censimento dei contribuenti di interesse per il fisco americano sono scattati il 1° luglio 2014. A ben vedere gli intermediari italiani si erano già mossi in anticipo ed erano pronti a trasmettere la prima tranche di informazioni già alla scadenza originaria del 30 aprile scorso (con riferimento ai conti del 2014). Ma mancando la legge di ratifica e tutti i provvedimenti attuativi la scadenza di fatto non è mai entrata in vigore.

Ora il Fatca si rimette in moto e punta a completare l’intero quadro attuativo (sostanzialmente definitivo e in attesa solo del via libera ufficiale) per rispettare la nuova scadenza del 30 settembre 2015. A tale scopo, in attesa del perfezionarsi dell’iter parlamentare, l’Agenzia delle entrate ha messo in consultazione nei giorni scorsi i requisiti tecnici, i tracciati record e le prescrizioni di sicurezza al fine di consentire agli intermediari di implementare le procedure informatiche per l’elaborazione e la trasmissione dei dati: il canale telematico su cui viaggeranno i dati è il Sid (Sistema di interscambio dati), secondo le modalità già indicate a livello nazionale dal provvedimento del 25 marzo 2013 per la comunicazione annuale di saldi e movimenti all’Archivio rapporti.

A partire dal prossimo anno, invece, l’invio dei dati all’Internal revenue service (il fisco americano) dovrà essere effettuato entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. Nel 2015 lo scambio automatico riguarderà solo i conti correnti, nel 2016 entreranno anche depositi e conti di custodia, mentre dal 2017 l’obbligo sarà esteso a tutti i rapporti finanziari.

Gli intermediari italiani hanno già provveduto entro il mese di novembre 2014 ad accreditarsi sul portale dell’Irs e ad acquisire il numero univoco di identificazione. Anche perché la disciplina Fatca prevede conseguenze piuttosto pesanti per gli istituti finanziari che non si conformano agli obblighi previsti dall’accordo: in tali ipotesi, sarà applicata una ritenuta alla fonte del 30% su qualsiasi pagamento di fonte Usa diretto all’intermediario «non compliant».

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