“Appare difficile attuare una ulteriore riduzione del prezzo delle polizze: se si vuole consolidare il calo dei prezzi della rc auto, appaiono necessarie e urgenti misure volte al contenimento del costo dei risarcimenti”. 

Lo ha affermato il presidente dell’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, Aldo Minucci, nel corso di un’audizione alla Camera sul ddl concorrenza.

Minucci ha ricordato che da uno studio comparativo realizzato due anni fa era emerso chiaramente che in Italia le polizze costavano più che altrove (in alcuni casi sensibilmente di più) in particolare perché la struttura dei costi dei risarcimenti, cui sono correlati i prezzi delle polizze rc auto, e l’andamento delle frodi nel settore avevano raggiunto una dimensione abnorme non comparabile con quella degli altri paesi del continente.

L’azione di contrasto alle frodi e la risarcibilità delle lesioni lievi (il cosiddetto “colpo di frusta”) soltanto a seguito di un accertamento clinico sono alcuni dei provvedimenti presi dal Parlamento e hanno avuto un effetto rilevante nella riduzione dei costi, e conseguentemente nei prezzi del servizio assicurativo, che si è manifestata negli ultimi anni.

Secondo i dati dell’IVASS riferiti al 4° trimestre 2014, infatti, gli italiani hanno pagato in media, per assicurare la propria autovettura, un premio (comprensivo di tasse e oneri parafiscali) pari a 475 euro, ossia 40 euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2013.

Allungando l’orizzonte di osservazione, il premio medio è sceso da marzo 2012 a marzo 2015 del 15%, mentre nessuno dei principali Paesi europei ha avuto, nello stesso periodo una diminuzione così netta e persistente. Si è così sensibilmente ridotta la differenza fra i premi pagati in Italia e quelli pagati negli altri Paesi europei.

Inoltre Minucci ha ricordato che parte della riduzione dei prezzi è stata determinata da meno incidenti perché con la crisi gli italiani hanno usato meno l’autovettura.

I dati dell’ultimo semestre 2014 hanno però evidenziato un’inversione di tendenza. Si segnala, infatti, un aumento della circolazione dei veicoli, correlato all’aumento del consumo dei carburanti di quasi il 2% (anche perché è sceso il prezzo della benzina).

Nel primo trimestre del 2015, poi, si è osservato, per la prima volta dopo 5 anni, un aumento della frequenza sinistri, di quasi il 2%.

Se il trend di ripresa della frequenza dovesse trovare conferma nel corso dell’anno, i margini tecnici delle compagnie, già ridottisi del 15% rispetto al 2013, si ridurrebbero ulteriormente in maniera molto significativa.

Per mantenere dunque il calo dei prezzi della r.c. auto, appaiono necessarie e urgenti misure volte al contenimento del costo dei risarcimenti  e alcune delle norme contenute nel ddl “Concorrenza”, andrebbero in questa direzione, anche se si potrebbe fare di più.

Particolarmente importante risulta l’art. 7, che ha l’evidente duplice obiettivo di garantire certezza e uniformità valutativa al risarcimento del danno non patrimoniale – grazie a una definizione onnicomprensiva che evita la proliferazione di diverse voci di danno – e di contemperare l’equità dei risarcimenti con costi assicurativi sostenibili per la comunità: “Quanto più i valori di queste tabelle verranno avvicinati ai parametri europei, tanto più i prezzi delle polizze potranno ridursi per approssimarsi ulteriormente a quelli pagati dai cittadini degli altri Paesi europei”.

L’attuale formulazione dell’articolo 7, tuttavia, non dà – secondo l’ANIA – alcuna certezza ne riguardo i tempi per l’adozione di tali tabelle ne sul contenuto che esse avranno. “Poiché l’approvazione delle tabelle è urgente, chiediamo che sia utilizzato il lavoro svolto dall’apposita commissione ministeriale nei precedenti 8 anni, già passato al vaglio dei Ministeri coinvolti e del Consiglio di Stato”.

Minucci sottolinea invece, che il provvedimento non affronta il problema della valutazione del danno da morte né quello dell’individuazione coerente dei beneficiari del risarcimento. “Certo non è il compito degli assicuratori definire il valore della vita umana. Ma non possiamo nascondere la realtà: se vogliamo avvicinarci al prezzo delle assicurazioni negli altri Paesi, anche il livello dei risarcimenti in caso di morte deve essere coerente. Noi riteniamo che – al fine di contemperare l’esigenza di tutelare i familiari delle persone decedute e di calmierare il costo dell’assicurazione – andrebbero disciplinati in modo univoco sia la platea degli aventi diritto (ad esempio, individuando i parenti entro il secondo grado di parentela e i conviventi con una stabile relazione affettiva) sia l’ammontare di quanto risarcire (prevedendo una rivalutazione automatica in funzione dell’inflazione)”.

Tra le misure contenute nel ddl giudicate positivamente dall’associazione “la proposta di conferire valore probatorio in sede di giudizio civile sui sinistri alle registrazioni delle scatole nere”. 

In allegato l’intervento integrale.