di Manuel Costa

Il rischio per il sistema finanziario italiano legato ai derivati è «limitato». Lo ha sottolineato ieri la Banca d’Italia. Nel confronto internazionale «l’operatività in derivati comporta rischi di instabilità per il sistema finanziario italiano nel complesso limitati», ha detto durante l’audizione alla Camera in commissione Finanze il vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini. «L’analisi ha confermato la bassa esposizione al rischio in derivati delle banche italiane», ha aggiunto. «Anche le correzioni di valutazione necessarie in relazione a tale attività sono risultate assai inferiori rispetto agli altri intermediari europei. Non sono emerse criticità significative nei processi di gestione dei relativi rischi di mercato né nei processi di valutazione dei prodotti illiquidi». Secondo l’analisi di Via Nazionale, in Italia «il valore nozionale dei contratti derivati è significativamente inferiore, in rapporto al pil, alla media globale (quattro volte il prodotto, contro otto a livello globale); si è contratto di circa un quarto tra la fine del 2008 e dicembre 2014». «Dal momento che gli intermediari italiani, specializzati per lo più nell’attività di banca commerciale, hanno un’attività in derivati relativamente modesta», ha continuato Signorini, «le risorse patrimoniali che le banche devono detenere a presidio di tali esposizioni sono contenute rispetto ad altri Paesi». (riproduzione riservata)