ARAG SE Italia è tra le 210 aziende che hanno aderito all’iniziativa “Bimbi in ufficio con mamma e papà”, promossa dai quotidiani “Corriere della Sera” e “La Stampa” e giunta quest’anno alla sua ventunesima edizione, organizzando il 9 giugno scorso la “Merenda BimboUfficio”.

La compagnia ha aperto le porte dei propri uffici ai figli dei collaboratori e dei dipendenti. E’ stata l’occasione per mostrare loro il posto dove lavorano i genitori, per coinvolgerli in giochi di gruppo e per rafforzare i legami tra colleghi, a miglioramento anche del clima aziendale.

La partecipazione è stata entusiastica, tanto che ha visto la partecipazione di più di 50 bambini, oltre che di buona parte dei dipendenti (genitori e non).

L’iniziativa è stata anche l’occasione per festeggiare i due anni del “BimboUfficio”, un locale che ARAG mette a disposizione del personale, all’interno della sua sede di Verona, in Viale del Commercio 59, dove, in caso di necessità, il collega, prenotando qualche giorno prima o addirittura nella stessa giornata, può portare il proprio figlio in azienda, consentendogli di lavorare e non assentarsi quindi dall’ufficio.

Abbiamo chiamato questo spazio “BimboUfficio” in quanto una parte della stanza è adibita ad ufficio, la restante è stata appositamente attrezzata, in modo da poter accogliere il bambino, che può giocare, fare i compiti, disegnare, ecc.

Per la realizzazione di questo particolare ambiente sono state adottate tutte le soluzioni previste per i luoghi atti ad ospitare bambini, anche molto piccoli, valutando, in particolare, i possibili rischi nell’ambito della sicurezza, senza dimenticare le coperture assicurative necessarie e l’integrazione di tale luogo con la struttura di uffici preesistente.

Dal momento del lancio dell’iniziativa, nel giugno del 2013, il “BimboUfficio” è stato utilizzato quasi 100 volte, soprattutto nei mesi estivi in concomitanza con la chiusura delle scuole.

Chi lavora in ARAG apprezza molto questo servizio, che permette di conciliare le esigenze familiari con quelle aziendali e di far fronte a momenti critici in cui ci si può trovare, dovendo accudire improvvisamente il proprio figlio, e quindi evitare di prendere ore/giornate di ferie non previste.