Più formiche o cicale? Gli italiani che da maggio hanno iniziato a ricevere in busta paga fino a un massimo di 80 euro in più in base al provvedimento voluto dal premier Matteo Renzi, li spenderanno, come spera il primo ministro, per rilanciare i consumi? Oppure li metteranno altrove? Qualche indicazione arriva da Gfk Eurisko: «Pensiamo che circa il 40% userà il bonus mensile per concedersi qualche acquisto in più», spiega Fabrizio Fornezza, director Gfk Eurisko.

In attesa di verificare tra qualche mese le indicazioni dei dati macroeconomici, per chi vuole mettere da parte la cifra un suggerimento può essere versare gli 80 euro nei fondi pensione. Proprio per capire quanto potrà dare a fine carriera lavorativa un versamento di quest’importo, MF-Milano Finanza ha chiesto alla società di consulenza finanziaria indipendente Progetica una simulazione per un lavoratore di 30-40 e 50 anni. Per le analisi è stato considerata la nuova aliquota dell’11,5%, al posto dell’11%, sulla tassazione del rendimento. «Abbiamo stimato quanto si ottiene versando 80 euro mensili, in termini di rendita integrativa netta, e il relativo indice di efficienza, cioè per ogni euro versato, quanti ne ritornano a vita media, al netto del beneficio fiscale», riepiloga Andrea Carbone di Progetica. L’indice di efficienza è molto utile per i 50enni, che vedono una rendita apparentemente inferiore a quanto versato. «L’indice è maggiore di uno per due motivi: perché si riceve la rendita per un numero di anni superiore a quelli nei quali si è versato; e poi perché l’indice considera il beneficio fiscale, quindi in realtà il versamento è di fatto inferiore a 80 euro», spiega Carbone. Inoltre per la prima volta le stime per cogliere meglio le possibili evoluzioni, oltre a essere differenziate tra bilanciato e garantito, usano due modalità probabilistiche differenti. «La prima, quella tendenziale nel lungo periodo, ha una probabilità che il risultato sia nel 50% dei casi superiore a quello riportato, ed è quella che solitamente usiamo, la seconda, quella prudenziale», avverte Carbone, «ha una probabilità dell’84% che il risultato sia superiore. La linea bilanciata non a caso in questo scenario dà una prestazione inferiore perchè incorpora un maggior numero di scenari negativi». I risultati? Nella simulazione con lo scenario al 50%, ad esempio, un trentenne che versa oggi 80 euro al mese in una linea bilanciata otterrà una rendita netta mensile di 215 euro, in quello all’84% otterrà 168 euro. Un quarantenne avrà, rispettivamente, 118 e 96 euro. «Il beneficio fiscale nel versare 80 euro mensili per chi ha un reddito lordo annuo di 20 mila euro è di circa 22 euro mensili, pari all’aliquota marginale del 27%», conclude Carbone. (riproduzione riservata)