di Valerio Stroppa  

 

Polizze vita per sostenere il mecenatismo culturale. Rispetto ai più tradizionali lasciti testamentari, i contratti assicurativi presentano tempi di liquidazione da 6 a 12 volte inferiori, oltre che vantaggi fiscali di non poco conto. Al verificarsi del caso morte, l’ente beneficiario incassa la prestazione al lordo di ogni onere fiscale, inclusa l’imposta di successione sui premi conferiti.

Se ne è parlato nei giorni scorsi a Milano in una tavola rotonda organizzata dal broker assicurativo Farad International e dal Fondo ambiente italiano. «La polizza vita oltre a essere uno strumento efficiente per gestire il passaggio generazionale rappresenta anche un modo semplice di contribuire alla salvaguardia del patrimonio artistico e paesaggistico italiano», spiega Marco Caldana, ceo di Farad International. Secondo Angelo Maramai, direttore generale Fai, «per dare la possibilità alle generazioni future di ammirare i tesori culturali e naturalistici dell’Italia il contributo dei privati sarà sempre più importante». A tale scopo è stato esaminato anche il dl 83/2014, che tra le varie misure a favore della cultura e del turismo ha introdotto l’Artbonus. Un provvedimento salutato con favore dal Fai, «perché testimonia un cambio di mentalità che vede la cultura quale fulcro della ripresa economica», rileva Maramai, «ora ci impegneremo affinché anche fondazioni quali la nostra siano inserite tra i beneficiari delle erogazioni agevolate». Sebbene già oggi le polizze di ramo I e ramo III consentano il mecenatismo culturale, «stiamo studiando ulteriori possibili soluzioni standard che permettano di sfruttare al meglio anche i nuovi incentivi fiscali introdotti dal decreto», conclude Caldana.

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