di Angelica Ratti  

 

Dal 1979 gli uragani vengono chiamati con nomi maschili e femminili. Uno studio dell’università americana dell’Illinois ha dimostrato che vengono presi più sul serio quelli che hanno un nome maschile. Gli uragani con nomi di donna sono più assassini secondo le tre ricercatrici Usa.

Il risultato della loro analisi eseguita sugli uragani successivi al 1979 mostra che 16 uragani con nome maschile hanno prodotto in media 23 morti, contro 14 uragani con nomi di donna che di morti ne hanno fatti di più, in media 29. Le tre studiose sostengono che il nome degli uragani suscita delle attese sul genere e dunque sulla severità dell’evento naturale. E questo conduce a azioni di prevenzione che sono più importanti quando il nome è di genere maschile. Gli uomini sono ritenuti più forti, competenti e aggressivi, mentre le donne sono percepite come deboli, calorose e passive. Inoltre, gli uomini sono visti come coloro che hanno i comportamenti più violenti. Ma la tesi dello studio è controversa. E altri scienziati americani, uomini, hanno rimarcato che i nomi assegnati agli uragani alternano il genere di anno in anno dal 1979. Una alternanza decisa in conseguenza della pressione sociale negli Usa in epoca post-femminista contro la guerra dei sessi. Dal 1953 al 1978 i nomi degli uragani erano stati esclusivamente femminili. E i meteorologi consideravano questa scelta appropriata in considerazione delle caratteristiche di imprevedibilità degli uragani. Il risultato è che lo studio è stato considerato distorsivo. Tuttavia, il fatto che un gran numero di eventi meteo devastanti abbiano un nome al femminile, in termini statistici, potrebbe indurre a conclusioni sbagliate. Le ricercatrici, che hanno avviato il loro studio nel 2011 con il sostegno dell’università dell’Arizona, non demordono, sostenendo che anche durante gli anni nei quali gli uragani erano chiamati soltanto con il nome di donna, non tutti i nomi avevano lo stesso grado di femminilità. Ad esempio Camilla era di genere misto e ritenuto meno femminile di Diana. Per attribuire a ciascun uragano un punteggio di femminilità le ricercatrici hanno portato sei esperienze dove coppie di nomi sono state classificate secondo il loro grado di femminilità. Gli eventi troppo estremi sono stati esclusi, come Katrina che nel provocò 1.833 morti e Audrey che nel 1957 fece 416 morti. Le ricercatrici hanno elaborato il numero dei morti secondo il grado di femminilità dei nomi dati agli uragani dal 1950 l’interazione è risultata proporzionale, e significativa, in termini statistici fra il nome e i danni. Un risultato chiaro.

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