di Teresa Campo

Tornano finalmente a crescere le compravendite immobiliari, delle case ma anche degli spazi commerciali. Dopo il caso di Milano, in recupero negli ultimi due trimestri del 2013, nei primi tre mesi del 2014 il trend è diventato più corale: la crescita complessiva delle transazioni è stata dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2013, ma nel settore commerciale è arrivata al 4,7% e nel residenziale al 4,1% (98.403 transazioni), anche se in quest’ultimo caso i dati potrebbero essere stati influenzati dallo slittamento di una parte dei rogiti al nuovo anno per sfruttare il taglio dell’imposta di registro.

I risultati emergono dal periodico Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Il segnale è molto importante, soprattutto per il mercato della casa dove la crisi, più che nella caduta dei prezzi, si è fatta sentire sulle compravendite, praticamente dimezzate dal 2006 a oggi. Partendo proprio dal residenziale, la crescita del numero di transazioni è stata più marcata nell’Italia centrale (+10,5%) e al Nord (+4,7%), mentre resta negativo il Sud (-1,6%), ma in misura minore che in passato. L’aumento delle compravendite ha interessato soprattutto i capoluoghi (+8,8%), con un picco in quelli del Centro (+17,3%), contro il +1,7% dei Comuni non capoluogo. Bologna è la città dove le transazioni hanno visto il balzo maggiore (+29,2%), seguita da Genova (+25,3%) e Roma (+21,4%). Bene anche Torino (+10,8%), Firenze (+9,7%) e Milano (+3,4%), dove però, come accennato, il trend era già partito da un paio di trimestri, quando aveva registrato un rimbalzo rispettivamente del 9,4 e del 12,8%. Tra le principali città ancora in flessione sono risultate invece Palermo (-1%) e soprattutto Napoli (-25,2%), che soffre però del confronto rispetto ai primi tre mesi boom del 2013, alterati dalle dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico del Comune: l’hinterland del capoluogo campano vede infatti una crescita del 4,1%, la più alta dal 2010. Andamento diversificato invece per i settori non residenziali, con il commerciale che appunto cresce del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre il comparto produttivo perde lo 0,8% e il terziario il 10,3%. Per quest’ultimo (che comprende le unità immobiliari censite come uffici e istituti di credito) prosegue il trend negativo, che vede il comparto in perdita da ormai dieci trimestri consecutivi. Tutti i settori comunque mostrano una contrazione elevata delle vendite rispetto ai massimi del 2004, specie il terziario e il commerciale, che rispetto a dieci anni fa hanno perso quasi la metà degli scambi, mentre per il settore produttivo la contrazione è del 35%. (riproduzione riservata)