di Anna Messia

Generali eserciterà l’opzione di scissione da Telco. Ieri il consiglio di amministrazione della compagnia triestina ha dato mandato al group ceo, Mario Greco, per definire le modalità specifiche dell’uscita di Generali dal veicolo che racchiude il 22,4% di Telecom, entrando quindi direttamente in possesso delle azioni.

Un’operazione già annunciata in passato dal management della compagnia che non ha mancato occasione di sottolineare la volontà di gestire i propri asset in maniera attiva. Per agire Generali ha deciso di sfruttare la prima finestra utile, quella tra il 15 e il 30 giugno. La stessa decisione è stata presa nei giorni scorsi di Intesa, che ha affidato al suo ceo, Carlo Messina, il compito di realizzare al meglio l’operazione di uscita.

Con la scissione di Telco ciascun socio prenderà in mano le azioni Telecom di propria pertinenza, che nel caso di Generali sono pari al 4,3% del capitale del gruppo telefonico e si sta ragionando se farle confluire in un veicolo, per gestire al meglio la partecipazione; ma il colosso assicurativo triestino si accollerà quota parte anche il debito della holding per una cifra intorno a 470 milioni (338 milioni derivano dal bond da 1,75 miliardi sottoscritto dai soci e 135 milioni dal finanziamento di 700 milioni sempre a carico dei soci).

Anche Mediobanca dovrebbe lasciare presto il patto e restare azionista diretta per con l’1,6% di Telecom e 170 milioni di debito (gli stessi numeri di Intesa). Lo scioglimento, in ogni caso, non sarà immediato. Generali ieri ha precisato che resterà vincolata fino alla data di scissione, fissata al 28 febbraio 2015, in attesa dei necessari adempimenti davanti alle autorità competenti, ma ovviamente sarà libera se arriveranno prima del previsto.

Ieri il cda della compagnia ha anche perfezionato la cessione del 100% del capitale di Fata Assicurazioni Danni a Cattolica, in linea con i termini dell’accordo annunciato il 20 novembre scorso. Il controvalore complessivo lordo, dopo l’aggiustamento prezzo, è pari a 194,7 milioni e permette al gruppo Generali di rafforzare ulteriormente il suo profilo di liquidità e solidità patrimoniale con un miglioramento di 0,7 punti percentuali dell’indice di Solvency I. Cattolica, nell’acquisizione della compagnia specializzata nel settore agricolo, è stata assistita da Société Générale Cib e da Mediobanca come advisor finanziari, dallo Studio Gianni Origoni Grippo Cappelli&Partners per gli aspetti legali e da Mazars per gli aspetti contabili, fiscali e attuariali. Per Generali, Kpmg Corporate Finance ha seguito la parte finanziaria, mentre lo studio Norton Rose Fulbright ha agito da advisor legale. L’ingresso di Fata nel gruppo Cattolica «è un evento cui attribuiamo una grande importanza perché realizza un incontro tra mondi e culture che hanno storie e radici comuni con grandi potenzialità di crescita», ha commentato ieri il presidente di Cattolica, Paolo Bedoni.

Intanto Sergio Balbinot, chief insurance officer di Generali, ha accettato di estendere di un ulteriore anno il proprio mandato come presidente di Insurance Europe, su richiesta unanime da parte dei membri della federazione che riunisce le associazioni delle compagnie di assicurazione e riassicurazione europee. (riproduzione riservata)