È racchiuso in cinque lettere l’asso della manica del Fisco americano per contrastare l’evasione internazionale: Fatca, acronimo di Foreign Account Tax Compliance Act, altro non è se non la nuova normativa che a partire dal primo luglio imporrà a intermediari finanziari di 70 Paesi al mondo di segnalare all’Irs (l’Agenzia delle entrate d’Oltreoceano) i dettagli dei conti correnti dei cittadini statunitensi in possesso di capitali oltreconfine di valore superiore ai 50mila dollari.

Un grande fratello su scala mondiale che metterà a nudo i tesori occultati oltreconfine da part di tutti i contribuenti a stelle e strisce. Il programma è stato sottoscritto inizialmente da Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, tramite una lettera di intenti che consente di rendere più agevole l’attività di implementazione del framework normativo Fatca. Questo evento è stato formalizzato il 26 luglio 2012 con la pubblicazione del «Model Intergovernmental Agreement on Improving Tax Compliance and Implementing Fatca» (Model Iga) che definisce le regole di implementazione semplificate che dovrà essere siglato dai Paesi aderenti.

«Oltre a uno slittamento della scadenza al 1° luglio 2014 e all’impegno di reciprocità nello scambio dei dati dei potenziali evasori, gli Stati Uniti hanno ceduto a una serie di importanti semplificazioni, quali, per esempio, la sospensione della maggior parte delle sanzioni per i clienti non correttamente identificati (denominati «recalcitrant»), incluso l’annullamento dell’obbligo di chiusura del rapporto e la possibilità di sfruttare le procedure di antiriciclaggio in vigore per l’identificazione della clientela», hanno spiegato gli esperti di PriceWaterhouseCoopers. «In cambio di queste agevolazioni, i governi di Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito si sono impegnati a recepire la norma nei propri ordinamenti, rendendo obbligatorio l’adeguamento da parte degli operatori e superando i vincoli di applicabilità legati alla gestione dei dati personali e al segreto bancario». La sottoscrizione dell’accordo Fatca ha fatto inoltre decadere la necessità per gli intermediari finanziari di dover sottoscrivere un accordo diretto con l’Autorità fiscale americana (Irs) a fronte di un reporting della clientela Usa indirizzato all’Autorità locale designata che farà da tramite con l’Irs. Il primo Paese a firmare l’Iga con gli Stati Uniti è stato il governo inglese il 14 settembre 2012 seguito da Danimarca, Messico, Spagna, Lussemburgo, Germania, Lussemburgo, Francia e Irlanda.

Il 10 gennaio 2014 anche l’Italia ha sottoscritto l’Iga con Washington e il 23 aprile 2014 il Dipartimento delle Finanze italiano ha pubblicato per consultazione pubblica lo schema di decreto attuativo dell’Iga, contenente la descrizione delle istituzioni finanziarie soggette agli obblighi Fatca, i relativi adempimenti e le scadenze normative.

© Riproduzione riservata