Di Anna Messia

Ivass prepara gli strumenti per consentire alle assicurazioni di sostenere lo sviluppo del sistema economico italiano e delle pmi, invitando le compagnie a contribuire all’evoluzione della struttura finanziaria del Paese. Finora le imprese assicurative sono state piuttosto restie a investire i loro attivi in strumenti «non tradizionali», ha dichiarato ieri il presidente dell’autorità di controllo Salvatore Rossi, durante la relazione annuale, ma adesso «c’è bisogno di un ribilanciamento di forze che accrescerà il ruolo dei mercati e degli investitori istituzionali, affinando e circoscrivendo quello delle banche».

Una metamorfosi in cui le assicurazioni italiane potranno avere un ruolo da protagonisti, forti dei loro investimenti di 560 miliardi di euro, oggi impegnati in larga parte in titoli di Stato (270 miliardi) e obbligazioni societarie (90 miliardi). «Agli investitori istituzionali e in particolare alle assicurazioni si chiede da molte parti di giocare una partita più attiva», ha aggiunto Rossi e l’Ivass, mantenendo ovviamente i presidi a tutela degli assicurati, ha iniziato ad allargare le maglie degli investimenti, ragionando in un’ottica Solvency II.

 
 

A gennaio scorso l’Ivass ha introdotto nuove norme che hanno esteso la possibilità di investire in minibond e attività cartolarizzate.

Poi, due settimane fa, ha diffuso in pubblica consultazione nuove regole per convogliare risorse verso le pmi (si veda MF-MilanoFinanza del 12 giugno scorso), e ora dovrà scrivere il regolamento per consentire alle assicurazioni di fare credito diretto alle imprese. Una novità introdotta dal decreto competitività appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

A questo punto dovranno essere le compagnie di assicurazione a rispondere alla chiamata. I loro bilanci mostrano un buono stato di salute: nel 2013 hanno chiuso con premi in crescita del 13% e utili per 5 miliardi, in linea con l’anno precedente. Un risultato ottenuto questa volta grazie al contributo di entrambi i rami, mentre nel 2012 era quasi tutto conseguito dal Vita.

Il comparto Danni in particolare ha risentito del miglior andamento dell’Rc Auto, in cui si sta registrando un calo dei prezzi e dei sinistri. «Il problema dei prezzi alti delle polizze Rc Auto, dopo tanti anni, si è attenuato ma non è ancora risolto», ha sottolineato Rossi. Intanto in un anno e mezzo dalla sua nascita l’Ivass (nata dalla trasformazione dell’Isvap) ha avviato 26 ispezioni, di cui 9 presso in grandi gruppi.

Quelle concluse hanno dato luogo, in metà dei casi, a giudizi non favorevoli, ma i problemi riscontrati attenevano prevalentemente a carenze non di solvibilità, ma di governance. Mentre per quanto riguarda la vigilanza non ispettiva sono stati fatti interventi relativi alle riserve tecniche nei confronti di 16 società e nei confronti di tre sono stati richiesti rafforzamenti delle riserve.

Non solo. In materia di riserve tecniche sono stati effettuati interventi nei confronti degli attuari Rc Auto di sei imprese e di sei attuari revisori di sei imprese Danni e l’Istituto ha trasmesso all’ordine nazionale degli attuari un’informativa, avendo rilevato «gravi violazioni della normativa primaria e secondaria, nonché delle regole applicative dei principi attuariali». Continua poi il pressing sulle polizze legate ai finanziamenti bancari, oggetto di numerosi reclami, tanto che l’autorità sta per inviare una nuova comunicazione al mercato per precisare gli interventi correttivi necessari. (riproduzione riservata)