di Valerio Testi

Prosegue a passo spedito la campagna acquisti di Azimut in Sudamerica. Ieri il gruppo italiano di risparmio gestito ha siglato l’acquisto della maggioranza (82,14%) di Profie, holding messicana cui fa capo Más Fondos, principale società indipendente messicana di distribuzione nel settore del risparmio gestito.

Il gruppo guidato da Pietro Giuliani ha firmato anche un accordo d’investimento e un patto parasociale con il management di Más Fondos per sviluppare il business. La rete messicana distribuisce fondi di terzi e ha masse amministrate per l’equivalente di 404 milioni di euro (dato a fine maggio). Más Fondos, fondata nel 2002 da due investitori istituzionali messicani e dall’attuale management, esperti nel settore finanziario locale, distribuisce fondi d’investimento di terzi tramite 12 accordi con società di gestione e una quota di mercato pari al 10,4%. La società, inoltre, ha sviluppato il principale sistema di analisi di fondi comuni in Messico, denominato Aryes. Más Fondos conta circa 22 mila conti e oltre 4.100 clienti, è presente soprattutto a Città del Messico e in altri quattro grandi città del Paese e dispone di 65 dipendenti (38 nella forza vendite). A metà maggio l’industria del risparmio gestito in Messico contava masse per 100 miliardi, di cui il 78% investito in fondi obbligazionari e il 22% in azionari, con una cagr (tasso di crescita annuo composto) del 15% negli ultimi 11 anni. Nel Paese le banche dominano l’industria con una quota di mercato pari al 91% e un alto livello di concentrazione (le prime cinque controllano il 59% del mercato). Azimut e Más Fondos lavoreranno per sviluppare una piattaforma incentrata su una rete proprietaria di promotori finanziari, inseriti in un sistema di architettura aperta per sfruttare il potenziale di crescita del mercato messicano. Il prezzo pagato da Azimut per acquisire la quota di Profie è di circa 6 milioni di euro e il management rimarrà azionista di minoranza. Tutti i soci hanno concordato di sottoscrivere un aumento di capitale per finanziare il business plan per un controvalore di circa 2 milioni (l’accordo prevede anche delle opzioni put/call). Ieri il titolo Azimut, prima della diffusione della nota, ha proseguito il suo ritracciamento dopo i picchi oltre 26 euro toccati pochi mesi fa e ha chiuso in calo del 2,1% a 19,65 euro. (riproduzione riservata)